ANTONIO LECCI
Cronaca

In moto fino in Mongolia: "Avventura straordinaria"

Adriano Fantuzzi ha percorso 25mila chilometri in cinquasette tappe "In Russia ho trovato persone meravigliose, non mi sono mai sentito in pericolo".

In moto fino in Mongolia: "Avventura straordinaria"

Adriano Fantuzzi ha percorso 25mila chilometri in cinquasette tappe "In Russia ho trovato persone meravigliose, non mi sono mai sentito in pericolo".

"È stata un’avventura straordinaria. Sarei pronto a rifarla anche da domani…" È euforico Adriano Fantuzzi, 52 anni, artigiano libero professionista abitante a Novellara, al rientro da due mesi di viaggio in sella alla sua moto, una Gs 1250 Adventure, dall’Emilia alla Mongolia, per 25mila chilometri in 57 tappe, transitando da Grecia, Turchia, Georgia, Russia, Kazakistan, Repubblica dell’Altaj, Mongolia, Siberia fino al lago Bajkal. E poi il ritorno passando da Mosca, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e, finalmente, Italia. Un’avventura in solitaria. O quasi. "Ho viaggiato sempre da solo in moto – racconta Fantuzzi – ad eccezione di alcune tappe in Mongolia, dove ho scelto di avere una guida locale, in quanto temevo una situazione stradale piuttosto critica. Alla fine, però, le condizioni generali sono state migliori di quelle che mi aspettavo". Adriano traccia un bilancio molto positivo di questo lungo viaggio: "Ho incontrato gente meravigliosa, ho visto posti stupendi, un panorama mozzafiato e straordinario. Anche in Russia, in cui temevo un ambiente ostile a causa della guerra in corso, ho trovato persone meravigliose, che mi hanno accolto benissimo". Ma qualche "pecca" non è mancata. "Direi che la situazione più negativa è stata rappresentata – aggiunge – dal comportamento di alcuni poliziotti in Kazakistan. In tre posti di blocco ho lasciato almeno 450 euro per non incappare in qualche problema burocratico. Quando loro hanno in mano il tuo passaporto è meglio assecondarli. È notorio che chiedono soldi altri stranieri, pur se è tutto in regola. Un ricatto vero e proprio. Ma la gente del posto lo sa e quando notano turisti stranieri, con la scusa di fare una foto ricordo o chiedere informazioni, si avvicinano. E la loro presenza, come potenziali testimoni, costringe i poliziotti ad andarsene via, senza chiedere soldi per farti passare…"

In Russia è stata molto tranquilla: "Credevo che per la guerra ci fossero situazioni critiche, anche verso gli stranieri. Invece ho avuto solo incontri positivi e cordiali. Alcuni mi hanno perfino invitato a cena a casa loro. Come mi aspettavo, però, in Russia ci sono problemi nelle comunicazioni, in particolare con i canali social. Non vanno…". A seguire il viaggio, passo passo ma da casa, è stata la moglie, Sonia Bartoli, la quale ha curato l’aspetto "mediatico" del tour, pubblicando fotografie, video e impressioni del marito in moto. "È stata una esperienza bellissima, a volte un po’ problematica. Ma non mi sono mai sentito in pericolo. Anzi. Grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno supportato, ma soprattutto a mia moglie Sonia, che mi ha dato la possibilità di realizzare il viaggio".