Reggio Emilia, 7 agosto 2021 - "Mi sono ritrovato in isolamento in base a una decisione medica che mi negano di vedere certificata nero su bianco, nonostante io l’abbia chiesto". Lo sfogo è di un giovane reggiano di 19 anni che ha contratto il Covid: "Ho avuto i primi sintomi il 17 luglio e mi è stato fissato un tampone il 22. La fine quarantena era prevista dopo 21 giorni, cioè il 12 agosto. Poi un dipendente Ausl mi ha detto che, poiché avevo avuto i primi segnali della malattia il 17, i 21 giorni sarebbero stati calcolati a partire dal 17, e che il periodo di isolamento sarebbe finito il 7 agosto. Poi dopo dieci giorni sono andato a fare il tampone, risultato positivo. Mercoledì ho fatto il terzo tampone, sempre positivo. Dopo due giorni di chiamate senza risposta al numero dedicato al Covid, ho parlato con un referente Ausl: solo mercoledì sono stato informato, perché ho chiamato io, del fatto che non posso uscire perché sono ritenuto variante non inglese, e dunque dopo 21 giorni non posso finire l’isolamento. Ho chiesto di avere il sequenziamento che attesterebbe che ho la variante Delta, ma mi è stato negato dicendo che "non solo tenuti a darmelo": "Perché questa diagnosi non mi viene mostrata?".
Coronavirus oggi 7 agosto 2021 Emilia Romagna, bollettino Covid. Dati e contagi
La direttrice sanitaria dell’Ausl, Emanuela Bedeschi, da noi interpellata sul caso, spiega: "Dal 21 maggio, la circolare del ministero della Sanità ha deciso, per contrastare la variante Delta, di fare approfondimenti anche sui tamponi per cogliere eventuali casi. E stabilisce, in caso di certificata o anche solo sospetta variante Delta, di mantenere l’isolamento fino alla negativizzazione". La comunicazione della variante Delta "non possiamo farla al momento della diagnosi, perché non viene fatta insieme al tampone, ma dopo, per noi nel laboratorio di Parma. Nel caso del ragazzo, a seguito di uno dei tamponi successivi abbiamo avuto dal laboratorio la segnalazione (che non è un referto, ma di fatto un’indagine di carattere epidemiologico). Per il 19enne, non si tratta di un caso sospetto, ma con documentazione di laboratorio".
Perché non dare l’esito del sequenziamento? "Non è come il tampone, che è un esame diagnostico che va a finire subito sul fascicolo sanitario. Poiché è sufficiente il sospetto, non possiamo certificarlo. Anche se su specifica richiesta possiamo emetterlo". C’è apertura verso la richiesta del giovane: "Se parleremo con lui gli faremo avere il certificato preliminare, che però certificato non è, sulla variante Delta ".
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