Reggio Emilia, 24 giugno 2023 – Patente e libretto. Doveva essere un controllo stradale come tanti.
Si è concluso col sequestro di 72 kg di cocaina – che sulla piazza avrebbero fruttato circa sei milioni di euro – l’arresto di un giovane trafficante albanese. Una conferma imbarazzante: Reggio è un crocevia della droga, ma anche una città di grandi consumatori di polvere bianca.
I fatti. Mercoledì gli uomini e le donne di Volante e Squadra Mobile – diretti da Maria Antonietta Muré e da Guglielmo Battisti – cercano di sottoporre a controllo, nei pressi del Mapei, il conducente di una Peugeot 208.
Cercano. L’automobilista infatti compie alcune manovre elusive, finge di fermarsi per poi riprendere la marcia. Gli agenti si mettono all’inseguimento. Il fuggitivo non è pratico della zona: s’infila in una via chiusa, abbandona il mezzo e fugge a piedi tra le sterpaglie. Gli agenti sono più veloci e allenati. Lo prendono quasi subito.
E’ un cittadino albanese di 29 anni. Incensurato, è in Italia con un permesso turistico della validità di tre mesi.
La macchina viene ispezionata con cura: da un vano nascosto sbucano tre mazzette di banconote, 30mila euro in tutto.
Una cifra significativa. Così scatta un’altra perquisizione, questa volta al domicilio, in una laterale di via Gramsci. Qui, la sorpresa: in un garage nella disponibilità del giovane, c’è una seconda auto. Una vecchia vettura intestata ad un prestanome. Il bagagliaio è ingombro di un gran fagotto. Sono 48 confezioni di cocaina – sulle confezioni è impresso il marchio Boss o Louis Vuitton, per garantire la riconoscibilità della filiera – più due kg sottovuoto e altri cinque involucri dalla forma irregolare. C’è un doppio fondo: spuntano altre 9 confezioni – stesso logo – e due mazzette di denaro, diecimila euro ciascuna.
In tutto circa 72 kg di cocaina. Sulla scrivania della questura sembrano mattoni; ce ne sono abbastanza per erigere un muretto.
"Sul mercato dell’ingrosso questo quantitativa può valere circa 2 milioni e 200mila euro", spiega il dirigente della Mobile, Guglielmo Battisti. I controlli sul principio attivo stabiliranno il grado di purezza dello stupefacente; ma si può stimare che, una volta tagliata, la droga avrebbe fruttato ai trafficanti circa sei milioni di euro.
Da dove proveniva la cocaina? Presto per dirlo. La polizia ritiene che – in base alla quantità e alla cura del confezionamento – arrivasse direttamente dai produttori, senza intermediari.
"La criminalità albanese ha acquisito una forza economica incredibile e non ci sono collaboratori di giustizia in queste organizzazioni", afferma Battisti. Da anni il dirigente della Mobile afferma che il narcotraffico – ai livelli più alti – è proprio nelle mani di questi sodalizi criminali, solidi e poco permeabili.
Corrieri della droga albanesi erano stati intercettati anche nell’inchiesta Trexit (scattata tra il 2019 e il 2020) e a sua volta scaturita da attività contro il narcotraffico partite nel 2015 nella zona delle ex Officine Reggiane.
Gente esperta. Lo dimostra una circostanza: l’ingente quantitativo di droga era stato affidato a un incensurato in permesso turistico. Non un personaggio noto alle forze dell’ordine; un signor nessuno. Che ha fatto un solo errore: tentare la fuga alla vista degli agenti. Zero sangue freddo.