Era imputato per maltrattamenti verso la moglie. Ma un video che la donna stessa gli aveva mandato è stato portato come prova dalla difesa per scagionarlo. All’esito del rito abbreviato, lui, un uomo di origine cinese, lavoratore autonomo, è stato assolto dal giudice dell’udienza preliminare Andrea Rat "perché il fatto non sussiste". La moglie lo aveva denunciato per abituali comportamenti prevaricatori e aggressivi – percosse e lesioni – e violenza psicologica, avvenuti secondo l’ipotesi accusatoria nella loro abitazione in città. Agli atti mancava però l’indicazione di circostanze concrete e anche di una data precisa. Alla fine è emerso che vi era solo un unico episodio controverso, datato 28 aprile 2021, su cui i due ex coniugi davano versioni diverse. Il reato contestato prevede invece che avvenga una pluralità di comportamenti tali da causare sofferenza. L’imputato ha anche sostenuto che non si fosse trattato di altro se non discussioni e liti. Nel frattempo la coppia si è separata e lei non vive più in Italia.
Dalla Cina la donna gli ha inviato un video in cui gli diceva: "Ti chiedo scusa, non è andata così". Documento che è stato depositato dall’avvocato Daniela Granato, che assiste il cinese, nell’ambito di attività difensiva svolta prima dell’udienza preliminare: quelle parole sono state interpretate come una ritrattazione spontanea. Durante la discussione il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione con formula definitiva, poi disposta dal gup con quella piena.
Alessandra Codeluppi