REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Il Superbonus non deve trasformarsi in tragedia"

La preoccupazione di Ance: "I fatturati delle imprese edili sono raddoppiati. Ma se non si risolve la crisi di liquidità, molte aziende rischiano il fallimento"

Fatturati più che raddoppiati nel 2021 (+52%) per le imprese di costruzioni di Reggio Emilia, ma il comparto soffre di “una grave crisi di liquidità” a causa del blocco delle cessioni dei crediti dagli istituti finanziari.

E’ il paraodosso denunciato ieri dall’Ance reggiana.

"Il superbonus 110% ha trainato nel 2021 tutto il comparto edile e tutto l’indotto sia a livello nazionale che territoriale e, nonostante le previsioni per il 2022 siano altrettanto positive, si è creata una situazione assurda e ad alto rischio a causa degli insufficienti provvedimenti, contenuti anche nell’ultimo Decreto Aiuti, che non sono riusciti a semplificare e a risolvere il problema della cessione dei crediti alle banche", spiega Franco Morari, presidente dell’associazione di categoria delle aziende edili di Unindustria.

"C’è il rischio- aggiunge- che questa grande opportunità si trasformi incredibilmente in tragedia. Le nostre imprese hanno i cassetti fiscali pieni e non possono cederli alle banche".

Inoltre, continua Morari, "la crisi di governo ha ulteriormente peggiorato il quadro e il rischio è che, se non saranno adottati comunque interventi veloci e risolutivi, molte imprese serie e sane anche del nostro territorio saranno ingiustamente condannate ad una fine certa, mettendo così a rischio le realtà che dovranno eseguire i lavori del Pnrr".

Ance rinnova quindi la richiesta "a tutti i soggetti competenti, politici ed istituzionali di rendersi parte attiva per risolvere il problema e non diventare complici di un disastro annunciato".

Il Superbonus, insomma, è stato un meccanismo che ha funzionato da importantissimo stimolo per un settore che era in difficoltà e che, in questo modo, si è decisamente rilanciato. Ma se ora non si trova una soluzione per questo problema di liquidità, il rischio è che tutto quello che è stato fatto fino ad oggi si riveli un pericolosissimo boomerang per molte aziende e, di conseguenza, per i loro dipendenti.