"Gli unici ad essere dispiaciuti per l’abbattimento dell’Ecomostro sono i piccioni". È la battuta che circola tra i residenti di Villa Cella dal 25 settembre, quando il Comune ha annunciato l’eliminazione del sovrappasso sulla Via Emilia, di fatto mai utilizzato dai pedoni, realizzato a cavallo tra 2000 e 2001 con un investimento da circa 700mila euro. Oggi è il D-Day, il gran Giorno della Demolizione. Gli operai della ditta Fontanili dalle 6 del mattino inizieranno a montare tre gru che, nel giro di 12 ore, spazzeranno via quello che per un quarto di secolo ha simboleggiato uno spreco di denaro pubblico, consegnandone i resti metallici alla rottamazione e il ricordo alla storia.
Chiusa la via Emilia e deviato il traffico, il ponte sarà "aggredito" in tre punti: le parti metalliche e lignee saranno tranciate da un apposito macchinario e rimosse. Un manufatto all’epoca molto gradevole esteticamente, progettato dallo studio Teneggi sul input dell’amministrazione che intendeva così dare risposta alle pressanti richieste degli abitanti della frazione tranciata in due dall’insostenibile traffico di transito. L’ascensore di cristallo, mai entrato in funzione, con lo scorrere del tempo è stato superato da nuove norme di sicurezza. A causa di ragazzi molesti che per scherzo ne attivavano anche a notte fonda i sistemi d’allarme, le scale mobili furono fermate. E i cittadini, salva qualche rara eccezione, hanno continuato per comodità ad attraversare la Strada statale 9 sulle strisce pedonali cercando di non essere falciati.
"È un peccato che lo abbattano - ridacchia un pensionato al circolo Arci - Era così comodo per guardare passare la Mille Miglia". Gli fa eco l’amico: "Con il guano di piccione che c’è adesso, io lassù non andrei nemmeno se mi pagano".
Sarcasmo per nascondere l’insoddisfazione: "Le passate amministrazioni se ne sono sempre fregate di Cella, l’unica spesa è stato quel ponte che è costato alla collettività cifre enormi - racconta un terzo anziano - Oltre alla costruzione, dobbiamo pagare la demolizione. Non bisogna poi scordare la piazzetta: era appena stata rifatta per la seconda volta, quando venne sfatta per installare il pilone. Adesso verrà risistemata: ne siamo felici e abbiamo fiducia, ma sarà la terza volta in 24 anni". La demolizione costerà 76mila 250 euro.
Il tabaccaio Mattia Miari allarga le braccia: "Quella è sempre stata un’opera inutile. Ciò che serve è progettare la messa in sicurezza degli attraversamenti con semafori e tutor". Altre facezie sui piccioni ce le restituiscono i clienti dell’Officina del Caffé, la cui titolare Silvia Spina spiega: "Mia madre, molto anziana, lo usava quel sovrappasso. Il problema sono il traffico e lo smog; bisogna accelerare sulla Via Emilia Bis. E trasformare questa zona in un vero centro, con spazi comuni di socializzazione. Ormai a Cella non c’è nulla. Nella piazzetta sarebbe importante portare il mercato settimanale, organizzare eventi pubblici per far tornare le persone insieme fuori dalle case". I bimbi del scuola dell’infanzia XXV Aprile hanno progettato la frazione che vorrebbero. Nei loro disegni c’è la via Emilia piena di veicoli, e le strade di campagna senza traffico. Hanno anche plasmato con la creta dei modellini del sovrappasso. Sopra non ci passano le persone, "ma gli unicorni e le fate". E qualche piccione.