YLENIA ROCCO
Cronaca

Il Secchia disboscato: "Per chi ha sbagliato servono sanzioni. Nessuno ha vigilato"

Viaggio tra i rubieresi dopo i lavori relativi alla cassa di espansione "Prima, ovunque andavi c’erano solo alberi, ora si vede Marzaglia. I Comuni interessati avrebbero potuto almeno spiegare gli interventi". .

Il Secchia disboscato: "Per chi ha sbagliato servono sanzioni. Nessuno ha vigilato"

Viaggio tra i rubieresi dopo i lavori relativi alla cassa di espansione "Prima, ovunque andavi c’erano solo alberi, ora si vede Marzaglia. I Comuni interessati avrebbero potuto almeno spiegare gli interventi". .

di Ylenia

Rocco

"Troverai di più nei boschi che nei libri" si legge sul cartello di ingresso alla Riserva naturale del Secchia. Quello che oggi si scorge però sono solo grandi colline di cippato e lunge sequenze di alberi tagliati e ammassati qua e là. Non resta più niente di quell’oasi protetta che i rubieresi hanno coltivato e preservato nel tempo.

"Tutto questo è uno scempio", commenta Mauro Stefano Rocchetti, frequentatore della riserva. "Prima, ovunque andavi c’erano solo alberi, ora si riesce persino a vedere Marzaglia", dice. Da cittadino sostiene di essere ‘parte lesa’ di questo errore: "Abbiamo perso tanti arbusti che sono un bene prezioso".

Aipo tuttavia ha dichiarato che verranno effettuate più ripiantumazioni per rimediare alla difformità riscontrata tra il piano approvato e i lavori eseguiti.

"Ma dove le faranno?", chiede Rocchetti. "Non penso verranno piantumati nella riserva, non c’è spazio", aggiunge.

La critica è alla mancata comunicazione: "Nessuno sapeva niente ma i Comuni interessati avrebbero potuto almeno spiegare alla cittadinanza gli interventi".

Durante i lavori relativi alla realizzazione di una cassa di espansione del fiume Secchia – nell’area tra il Reggiano e Marzaglia –, e la manutenzione di quelle esistenti, sul territorio di Rubiera, Aipo avrebbe chiesto all’Ente Parco una deroga al periodo di fermo taglio per un’area di circa 3 ettari, il tutto per proseguire più rapidamente con i lavori, rispettando le tempistiche che il Pnrr impone. Ma anche di questo nessuno sapeva niente e i cittadini, come Rocchetti, continuano a chiedersi come mai "i tagli non si sono fermati neppure durante il periodo della nidificazione", quando quest’anno "ho pure notato meno pennuti nel lago".

Italo, Silvano e Enrico hanno seguito la vicenda leggendo il Carlino: "Ci chiediamo come i Comuni solo dopo il disboscamento si siano svegliati. Ormai era già tardi".

La loro preoccupazione è soprattutto perché "nessuno ha vigilato e questo deve farci riflettere", alludendo ai mancati controlli che potrebbero verificarsi in tante altre opere di interesse pubblico. Infine pongono una riflessione: "Ma se nella nostra proprietà privata siamo obbligati a giustificare e a chiedere per abbattere un albero, perché in questo caso hanno addirittura superato gli ettari approvati?".

Qualche voce fuori dal coro, che preferisce restare anonima, sostiene invece che non bisognerebbe focalizzarsi sugli alberi abbattuti piuttosto "essere sicuri che il disboscamento non pregiudichi la sicurezza in termini di allagamento".

Tra i rubieresi c’è poi chi concorda con la pulizia degli argini e i lavori per l’ampliamento delle casse di espansione, ma che ne critica le modalità di esecuzione, come Elis Vaccari: "Hanno abbattuto alberature con radici solide, che avrebbero potuto aiutarci in vista di una piena del Secchia. Nessuno è contento di quello che è emerso in questi giorni e da cittadino ora mi piacerebbe capire il motivo, fare tutto in sordina lascia pensare che noi non contiamo niente". Ma tutti concordano su un punto fermo: "Per gli errori ci vogliono le sanzioni".