STELLA BONFRISCO
Cronaca

Il rocker di Correggio: "Voglio tornare a Sanremo per rimediare alla figuraccia che ho fatto nel 2019"

Il cantante si confessa: "Volevo essere ironico e far sorridere, ma io non so recitare. Che emozione essere in scena con mio figlio Lenny che suona la batteria".

Il cantante si confessa: "Volevo essere ironico e far sorridere, ma io non so recitare. Che emozione essere in scena con mio figlio Lenny che suona la batteria".

Il cantante si confessa: "Volevo essere ironico e far sorridere, ma io non so recitare. Che emozione essere in scena con mio figlio Lenny che suona la batteria".

A ruota libera Luciano Ligabue, ancora pieno di energia dopo due concerti consecutivi: il primo al teatro Asioli, in versione raccolta, il secondo nel bel mezzo di un’area di sosta in autostrada, tra Fidenza e Fiorenzuola per incontrare i suoi più stretti fan e dare loro appuntamento a ’Campovolo’ il prossimo 21 giugno, proprio quando cade la giornata europea della musica. Un sogno che si realizza a vent’anni dalla prima volta e a trenta da ’Certe notti’.

Ligabue, un altro sogno che vorrebbe realizzare?

"Tornare a Sanremo, per rimediare a una figuraccia fatta nel 2019".

Cioè?

"Volevo essere ironico e far sorridere, ma io non so recitare. Ero già andato, sempre come ospite, nel 2014. Le presentazioni degli artisti non erano presentazioni, ma una serie di numeri, tipo: ’Ha venduto 60 miliardi di dischi’. L’idea che avevo in testa era di strappare un sorriso, anche perché oltretutto Sanremo ti azzanna la gola. Arrivi lì e sei assediato, sembra che ne vada della vita o della morte di qualcuno. Il clima è quello. Io ero arrivato lì per fare un po’ di autoironia, voleva essere una roba punk, con una chitarra da tre metri e robe così. È venuta fuori una ciofeca. Insomma, siccome mi è rimasta la bocca amara, io a Sanremo prima o poi ci torno. Non so quando, ma ci torno. Però la prossima volta mi metto lì, sto fermo e magari faccio un pezzo in playback".

Per la prima volta sul palco con suo figlio Lenny alla batteria. Com’è stato?

"Da padre, sicuramente una forte emozione. Però voglio dire che Lenny è stato all’altezza della situazione e ha controllato alla perfezione tutte le dinamiche".

Il tour ’Dedicato a noi’ propone una scaletta diversa in ogni teatro. Ci saranno dei brani che non potranno mancare?

"Le canzoni che ho scelto per questo progetto sono 45 – tutte riarrangiate appositamente per il tour – e circa la metà di queste saranno in scaletta ogni volta. Nelle prime date ho però voluto dare una certa ossatura al concerto e quindi il grosso rimane lo stesso, con qualche minima variazione. Poi ci sarà un po’ più di movimento. Alcuni brani comunque ci saranno in ogni data. Ho deciso per questa modalità per regalare il gusto della sorpresa al pubblico e lasciare il piacere di scoprire man mano quello che c’è in programma. In questo modo poi ogni concerto rimane unico".

C’è in vista un nuovo album?

"Al momento no. Continuo a scrivere canzoni, ne scrivo un botto. Poi le metto lì. In un archivio da cui le tiro fuori quando sono pronto. In questo momento sto pensando a come celebrare anche ’Buon compleanno Elvis’ e a tanto materiale che proprio nei miei archivi posso recuperare. Bisogna imparare a lasciare che le cose accadano, che le canzoni trovino da sole la loro strada".