ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Il processo sugli affidi. Abuso d’ufficio, i giudici respingono questione di legittimità

Rigettata l’istanza della procura sull’abrogazione del reato. Il collegio: "Argomentazioni in parte infondate e irrilevanti". Il pm Salvi valuta il ricorso alla Corte di giustizia europea.

Il processo sugli affidi. Abuso d’ufficio, i giudici respingono questione di legittimità

Il collegio presieduto da Sarah Iusto, a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini

Si prospetta più vicina l’uscita dal processo sui presunti affidi illeciti di bambini per l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, accusato di abuso d’ufficio in concorso con altri quattro imputati, cioè l’ex responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi, l’assistente sociale Francesco Monopoli, la psicologa Nadia Bolognini e l’ex presidente dell’Unione Val d’Enza Paolo Colli, che era sindaco di Montecchio. Il collegio dei giudici, presieduto da Sarah Iusto, a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini, ieri ha respinto la questione di legittimità costituzionale, sollevata dalla Procura il 9 settembre, sulla norma che in agosto ha abrogato il reato di abuso d’ufficio, al centro della riforma promossa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Altre Procure in Italia hanno intrapreso la medesima iniziativa: a Firenze, a differenza di Reggio, il tribunale ha deciso di sottoporla alla Corte Costituzionale. Dando lettura ieri mattina a un’articolata ordinanza, i giudici reggiani hanno spiegato perché hanno deciso di non trasmetterla alla Corte Costituzionale, ritenendo le argomentazioni della Procura "in parte infondate, in parte irrilevanti". Nel capo di imputazione per Carletti e gli altri tre si contestano la presunta attribuzione illecita del servizio di psicoterapia alla onlus ‘Hansel e Gretel’ di Torino per i minori vittime di abuso, senza regolare bando; e anche la destinazione gratuita dei locali pubblici della ‘Cura’ di Bibbiano per le sedute coi minorenni, in assenza di procedura regolare. Lo stesso reato era formulato, in distinte contestazioni per altre vicende, per Anghinolfi, le affidatarie Fadja Bassmaji e Daniela Bedogni; e poi per Anghinolfi e l’affidataria Cinzia Prudente; in un’altra contestazione per Anghinolfi. Dopo il pollice verso dei giudici, il pubblico ministero Valentina Salvi ha chiesto e ottenuto un termine fino a domani per valutare di ricorrere alla Corte di giustizia europea. Mentre l’avvocato Giovanni Tarquini, che assiste Carletti insieme all’avvocato Vittorio Manes, ha chiesto ai giudici di pronunciare sentenza di "non doversi procedere", dato che "il fatto non è più previsto come reato". Nelle scorse udienze, le difese di tutti gli imputati interessati avevano chiesto l’assoluzione nel merito. Il pm Salvi ha sostenuto che l’abrogazione comporti la violazione degli articoli 3, 24, 97 e 117 della Costituzione; che si crei un vuoto di tutela rispetto ad alcune condotte in contrasto con norme europee e che la criminalizzazione dell’abuso d’ufficio è prevista anche dalle convenzioni internazionali. Sugli articoli 3, 24 e 97, il collegio reggiano ha sostenuto: "La Corte Costituzionale ha stabilito che al giudice delle leggi è preclusa l’emissione di sentenze che configurino nuove norme penali, così determinando conseguenze sfavorevoli per l’imputato". Per i giudici non si rientra neppure nelle eccezioni previste a questo principio. Si passa poi all’articolo 117, ragionando sulla Convenzione Onu di Merida contro la corruzione. "Non comporta l’obbligo di incriminare tali tipologie di condotte - dicono i giudici - bensì solo l’impegno degli Stati-parte a esaminare l’adozione delle misure legislative necessarie a prevederle come reato, nell’esercizio della propria discrezionalità politica che resta libera nella decisione finale". Si rimarca anche che la tesi accusatoria sull’immobile della Cura che sarebbe stato distratto a favore di privati, "non lede gli interessi finanziari della Ue". Sulla decisione di ieri, Tarquini ha dichiarato: "Il tribunale di Reggio ha dimostrato grande autonomia e competenza, ristabilendo i confini tra scelte politiche, quindi potere legislativo, e potere giudiziario". Ieri è stato fissato anche il calendario per le prime audizioni degli imputati che hanno deciso di rendere l’esame rispondendo alle domande delle parti: il 14 ottobre si comincia con l’assistente sociale Sara Gibertini e l’educatrice Katia Guidetti; il 16 sarà la volta della psicologa Nadia Bolognini.