"Questa città è stato un esempio di resistenza e solidarietà: il vostro essere di fianco a me ha fatto la differenza". Con queste parole Patrick Zaki ha ritirato ieri pomeriggio il suo Primo Tricolore: il Comune di Reggio già 4 anni fa si era schierato a favore dell’attivista di origine egiziana, arrestato il 7 febbraio 2020 e poi detenuto per 20 mesi con le accuse di diffusione di notizie false e minacce alla sicurezza nazionale. Dopo l’adesione alla campagna di Amnesty International, il 20 luglio 2020 il Consiglio comunale reggiano aveva deliberato di consegnargli l’onorificenza il prima possibile e alle 17 del 23 gennaio 2024 il cerchio si è chiuso, in una cerimonia aperta anche al pubblico: Patrick Zaki è entrato tra gli applausi scroscianti della Sala del Tricolore e ne è uscito con il Primo Tricolore in mano e una vera e propria standing ovation.
Ai microfoni l’uomo si è mostrato consapevole dell’importanza del momento: "So bene che qui è nato il Tricolore ed è un vero onore: questa è una città che accoglie persone da tutto il mondo, ci sono anche molti rifugiati e ai diritti umani ci si tiene davvero. Reggio sta facendo un grande lavoro ed è anche grazie al lavoro di città come questa che io sono qui oggi".
Durante la cerimonia Zaki ha sottolineato: "Il fatto che io sia qui oggi vuol dire che il supporto funziona. A volte si può pensare che un appello o un post non farà la differenza, io invece sono qui a farvi capire il contrario. Appena liberato ho avuto voglia di viaggiare, per dire grazie a chi si è battuto per me e per ripetere quanto sia importante continuare a farlo per tutti i prigionieri di coscienza. Vorrei infine – ha chiuso l’uomo – pensare ad altre vicende, come Giulio Regeni o tutte le persone morte negli ultimi mesi, e chiedere un immediato cessate il fuoco e una pace duratura: grazie a tutti, continuiamo a lottare".
A consegnare il Primo Tricolore è stato il sindaco Luca Vecchi: "La nostra città ha sempre scelto di fare la propria parte, perché i diritti umani non sono retorica ma sofferenza e conquista della libertà. Ha scelto di schierarsi per prima in Europa contro l’apartheid, ha scelto di accogliere rifugiati, uomini e donne, e la vicenda di Zaki rende necessaria una riflessione su quanto sia importante la libertà di pensiero, unica via per estendere i diritti umani in tutto il mondo". Alla cerimonia era presente anche il prorettore di Unimore Giovanni Verzellesi: "Sin dall’inizio l’Università di Modena e Reggio Emilia è stata solidale con Patrick, sforzandosi di rimanere agganciati al tema e tenere viva l’attenzione. I diritti sono fondamentali per rendere sostanziali le democrazie e questa storia dimostra come non ci possono essere sostenibilità economiche o ambientali senza la sostenibilità sociale e la difesa della libertà. A Zaki faccio i miei migliori auguri, perché la sua scelta di combattere per i diritti è veramente coraggiosa e lodevole". Per Amnesty International è intervenuta Federica Rausi: "Come movimento globale vogliamo accendere un faro per tutte le persone che si ritrovano da sole. La raccolta firme ha funzionato, è davvero un’emozione e voglio ringraziare tutti gli attivisti: già pochi giorni dopo l’arresto siamo scesi in piazza per dimostrare sostegno e i cittadini e le istituzioni non ci hanno mai lasciati. I diritti di ognuno sono diritti di tutti: grazie Patrick per non esserti mai arreso e averci dimostrato cosa voglia dire combattere per i diritti e la libertà".