REDAZIONE REGGIO EMILIA

Il pm: "Usava fatture inesistenti" Assolto l’imprenditore Spaggiari

La contestazione riguardava una piccola società poi dismessa. Prevale la buona fede sostenuta dalla difesa

Alessandro Spaggiari, amministratore delegato del gruppo Spal automotive di Correggio, è stato processato per l’accusa di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti: all’esito del dibattimento è stato assolto dal giudice Maria La Nave "perché il fatto non costituisce reato".

La contestazione riguardava una piccola società di cui Spaggiari un tempo era legale rappresentante. Il gruppo Spal è rimasto invece totalmente estraneo al procedimento penale. Secondo quanto ricostruito, una ditta artigiana produceva e forniva semilavorati per la società guidata da Spaggiari. Il titolare dell’azienda artigiana è poi venuto a mancare, ma di questo fatto non fu data alcuna comunicazione alla società di Spaggiari, che la ditta ha continuato a rifornire. Poi l’impresa è stata messa in liquidazione, ma ha continuato a evadere gli ordini chiesti dalla società guidata da Spaggiari e a emettere fattura, ricevendo in cambio i pagamenti. Durante l’istruttoria dibattimentale sono state ricostruite le cariche ricoperte nelle varie società del gruppo Spal. La difesa, affidata all’avvocato Roberto Sutich, ha sostenuto che la società rappresentata da Spaggiari avesse sempre ordinato alla ditta i materiali, che venivano puntualmente inviati e pagati. Secondo la tesi accusatoria, la fornitura di prodotti avveniva realmente, ma l’imputato avrebbe ricevuto fatturazioni da un soggetto diverso da quello reale: il pm ha chiesto così 1 anno e 3 mesi di condanna. La difesa ha sostenuto che l’imputato, a causa delle alte mansioni di responsabilità da lui rivestite nel gruppo, non potesse materialmente occuparsi anche delle incombenze di una società piccola come quella chiamata in causa. E ha dimostrato che Spaggiari non era al corrente nè del fatto che il titolare dell’azienda fosse morto, nè delle successive vicende che hanno portato all’estinzione della ditta, mettendo in evidenza la sua totale buona fede. Tesi che è stata accolta dal tribunale.

Alessandra Codeluppi