REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Il parco del Secchia non c’è più: uno scempio"

Il Comitato punta l’indice contro Aipo: "Per i lavori alle casse di espansione, abbattuti cinquemila alberi di almeno 40 anni"

Un’immagine aerea che dà la misura dell’intervento: il Comitato ha calcolato che siano stati spazzati via 15 ettari di parco

Un’immagine aerea che dà la misura dell’intervento: il Comitato ha calcolato che siano stati spazzati via 15 ettari di parco

"È un disastro ambientale, uno dei più grandi mai visti sul nostro territorio. E ci dispiace dirlo, ma ci vergogniamo di essere emiliani". Sono le dure parole del rubierese Giuliano Vernia, portavoce del Comitato ‘Difendiamo il parco fluviale del Secchia’, che ad oggi conta più di cinquanta attivisti.

Arrabbiato e amareggiato, cerca risposte su quello che considerano "il più grave ecocidio mai avvenuto in Emilia". E lo dice guardando ciò che resta della riserva naturale del Secchia, nella zona di Rubiera: "Praticamente più niente".

L’agenzia interregionale addetta alla cura dei fiumi (Aipo) qualche mese fa ha dato il via libera ai lavori di realizzazione di una casse di espansione del fiume Secchia, e la manutenzione di quelle esistenti, sul territorio di Rubiera, che servono per difendere le città dalle alluvioni a fronte dei nuovi volumi delle piene. La preoccupazione però è che "con la scusa di una messa in sicurezza idraulica stiano invece mettendo a dura prova un territorio già abbastanza inquinato". In totale, il Comitato ha contato quindici ettari di alberi abbattuti per questa operazione.

È marzo quando i cittadini notano che qualcosa non va: "Prima hanno tagliato gli arbusti attorno agli argini, poi si sono allargati in altre zone, anche al di sopra della via Emilia, dove, fra Reggio e Modena, hanno sradicato 2-3 ettari di alberature".

Nel piano di esecuzione dei lavori Il Comitato ha letto che: "l’operazione avrebbe portato solamente a un taglio selettivo ma così non è stato. Nella zona più cementificata d’Europa abbiamo perso un bosco prezioso". "Non hanno nemmeno rispettato il periodo di riproduzione degli animali –aggiunge il portavoce–. E quello che abbiamo visto è deprimente".

Giordano Vernia spiega che i quindici ettari abbattuti, corrispondono a cinquemila grandi alberi, con un’età stimata di circa quarant’anni: "Di questi ne sono rimasti solo cinque". I cittadini ora si battono “affinché altre deforestazioni siano bloccate in futuro", perché, per loro, sarebbe servito meno di un decimo del territorio tagliato per alzare gli argini e che per ampliare le casse non era necessario recidere gli alberi. Il 23 agosto infatti hanno lanciato una raccolta firme: ’Fermiamo la distruzione del Bosco sito Parco Riserva Naturale Regionale Cassa del Secchia’. 752 al momento le firme. "Ma non molliamo" sottolineano.

Poi, puntano il dito contro chi dovrebbe vigilare sul corretto svolgimento dei lavori: "Il sindaco aveva promesso un attento controllo ma noi non abbiamo mai visto nessuno. È inutile definirci un Comune ‘green’ attivo nella transizione ecologica e se questo è quello che ci aspetta, ci auguriamo allora che il mondo cambi presto direzione".

Ylenia Rocco