
L’immagine di archivio di un’aula di tribunale, con le toghe in primo piano
Si è conclusa ieri l’udienza preliminare scaturita dall’operazione sui ‘Kanonieri kurdi’ con la sentenza emessa dal giudice Silvia Guareschi. L’indagine della squadra mobile, avviata nel novembre 2015 e proseguita sino al 2018, aveva individuato due presunte associazioni a delinquere. Il primo sodalizio, di matrice georgiana, composto da 55 appartenenti (di cui 53 destinatari di misura detentiva) era ritenuto una diretta promanazione del gruppo ‘Ladri di legge’, tradotto in quella lingua ‘Kanonieri kurdi’. Il secondo, di matrice ucraina, era ritenuto complementare a quello georgiano e finalizzato alla ricettazione e al riciclaggio dell’imponente refurtiva generata dalla commissione di furti in casa, avvenuti a Reggio e in tutto il Nord Italia.
Gli imputati che inizialmente sfilavano in udienza preliminare erano 75; poi per alcuni di loro era stata dichiarata l’irreperibilità.
Il giudice Guareschi ieri ha deciso il non luogo a procedere per tutte e 28 le persone chiamate a rispondere di associazione a delinquere. Nel giugno 2024 anche il pubblico ministero Isabella Chiesi aveva chiesto la stessa sentenza per i georgiani, mentre per gli ucraini di togliere l’aggravante della transnazionalità che derivava dal fatto che i georgiani operavano all’estero: una domanda in linea con precedenti sentenze emesse per gli imputati giudicati col rito ordinario e altri in abbreviato. Ha poi dichiarato il non luogo a procedere anche per 14 capi di imputazione per reati-fine che risultavano prescritti. Per altri imputati ha invece disposto il rinvio a giudizio davanti al tribunale collegiale, con inizio del processo in giugno.
Un solo georgiano, il 47enne Shota Natchkebia, difeso dall’avvocato Giuseppe Caldarola, ha patteggiato 2 anni con pena sospesa. Un altro, il georgiano Niaz Diasamidze, 41 anni, assistito dall’avvocato Guido Galletti, è stato assolto all’esito del rito abbreviato.
Alessandra Codeluppi