Le operazioni di recupero di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne di Cerrè Marabino (ma nativo di Toano), sono state estremamente complicate. Protagonisti i vigili del fuoco del Nucleo Speleo-Alpinistico-Fluviale del Comando provinciale di Reggio, coadiuvati e supportati da una squadra giunta da Castelnovo Monti. La delicatezza dell’operazione è stata quella di creare un varco che potesse consentire agli specialisti del Saf di potersi calare dall’alto e recuperare il corpo, senza, ovviamente, mettere a repentaglio l’integrità del cadavere e ‘inquinare’ quella che è sostanzialmente la ‘prova regina’ del caso su cui stanno indagando gli investigatori reggiani. Così, attraverso dei ‘tagli’ appositi (foto), è stata allargata la bocca del pozzo in modo da poter procedere al recupero della salma, in modo da non risultare “impattante” per la stessa.
Una procedura che è durata tutta la notte, e terminata alle 7.30 della mattinam, come ampiamente sottolineato sia dai carabinieri che hanno assistito al recupero di Pedrazzini, che dagli stessi vigili.