YLENIA ROCCO
Cronaca

Il futuro industriale del Grande Fiume. Unindustria propone un patto: "Qui c’è l’intelligenza meccanica"

L’assemblea annuale si è svolta a Guastalla, come monito per l’interesse verso tutta la Bassa. Presente anche il presidente nazionale Orsini: "Bisogna però indirizzare la didattica per avere personale".

Il futuro industriale del Grande Fiume. Unindustria propone un patto: "Qui c’è l’intelligenza meccanica"

Il futuro industriale del Grande Fiume. Unindustria propone un patto: "Qui c’è l’intelligenza meccanica"

Siamo vicino al ‘grande fiume’, dove per la prima volta, in oltre cento anni di storia associativa, gli industriali si sono incontrati in quella ‘Bassa’ che si è saputa contraddistinguere per la capacità di cogliere l’evoluzione dei tempi, che da terra agricola è diventata il cuore pulsante dell’intelligenza meccanica, dove risiedono aziende leader nel mondo. L’Assemblea Generale di Unindustria Reggio Emilia dal titolo "Sostenibilità 2024. Pianura e Industria" si è svolta ieri al Palazzetto di Guastalla. A salire sul palco, davanti ad una folta platea, per gli onori di casa è stato il neosindaco di Guastalla, Paolo Dallasta. Dietro di lui, la presidente Unindustria Reggio Emilia, Roberta Anceschi che ha dato inizio al dibattito. "La nostra Assemblea – ha detto – si tiene qui con l’intento di creare un ancor più proficuo legame tra le imprese e gli enti e le comunità locali".

Tra i presenti, anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, a cui sono spettate le conclusioni del convegno. Il Patto per lo Sviluppo Territoriale della Pianura Reggiana presentato da Unindustria ha animato il dibattito, spingendo così i presenti a riflettere su tre parole cardine: Sostenibilità, Industria e Territorio. "Questo territorio è il luogo dell’intelligenza meccanica – ha illustrato Anceschi – Preservare questa diffusa intelligenza distrettuale e territoriale è la vera sfida che ci lancia l’attuale decennio così segnato dalle transizioni". Parliamo di una sfida di sistema che deve coinvolgere l’intero territorio, mettendo insieme elementi "che devono concorrere tra loro per definire il ’buon vivere’ della Pianura Reggiana ai tempi dell’industria 5.0" ha sottolineato Roberta Anceschi.

Entrando più nel merito dell’Assemblea, la presidente ha presentato la proposta degli industriali: la realizzazione di un Patto per lo Sviluppo Territoriale, cioè un accordo di programma, tra gli attori istituzionali ed economici della Pianura. "Vorremmo definire una visione di futuro a partire dalla quale decidere, in maniera condivisa, il portafoglio dei progetti da concretizzare nel corso del Settennato europeo 2028-2034" ha chiarito Anceschi. In linea con quanto detto, infine, ci si è soffermati sulla parola ‘sostenibilità’, esprimendo il concetto secondo cui per costruire un mondo sostenibile sono indispensabili prima di tutto gli imprenditori.

"Innovatori che hanno bisogno di un quadro regolatorio di riferimento che non può essere avverso all’industria" ha evidenziato Roberta Anceschi. L’ultima analisi è arrivata da Orsini, che ha ripreso i temi affrontati nel pomeriggio. Tra questi, il concetto secondo cui parlare di sostenibilità non è sufficiente se non si ha forza lavoro. "Bisogna indirizzare la didattica per reperire il personale di cui abbiamo bisogno; in Ghana per esempio sono stati formati saldatori per lavorare in Italia, questa è la strada. Dobbiamo essere attrattivi, anche sul fronte della casa". E allora, traendo le somme, il Patto per lo Sviluppo è una sfida che la Pianura Reggiana deve, e può, vincere, per diventare un’autentica periferia competitiva.