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Il fidanzato Saqib: "Per me è una liberazione"

Il ragazzo non si costituirà comunque parte civile. L’avvocato Falleti: "Non ci interessano i soldi, ma solo una giusta condanna"

Il bacio tra Saqib e Saman. sui social che ha fatto infuriare la famiglia Abbas

Novellara (Reggio Emilia), 17 novembre 2022 - "Una liberazione. Finalmente".

Sollevato, ma svuotato. E ancora colmo di dolore, paure. È lo stato d’animo di Saqib Ayub, il fidanzato di Saman dopo l’arresto di Shabbar. "È contento, ma non può definirsi certo felice perché nessuno gli ridarà la sua Saman", puntualizza Claudio Falleti, l’avvocato che lo tutela.

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Una notizia che però lo conforta parecchio. Shabbar, così come tutta la famiglia Abbas, non ha mai accettato la storia d’amore con la figlia. Si era opposto con violenza, fino ad arrivare a minacciarlo con messaggi sui social e chiamate sul telefonino, invitando a lasciarla. E persino con una spedizione dimostrativa di forza in Pakistan, dove Shabbar – spalleggiato da altri parenti – andò dai genitori di Saqib, intimidendoli pesantemente, esortandoli a dire a loro figlio di lasciare in pace Saman. La ragazza era stata promessa in sposa ad un cugino in patria e il rifiuto di lei al matrimonio forzato ha portato i genitori ad addossare la colpa anche a Saqib. Tant’è che proprio il famoso bacio scoccato tra le vie di Bologna, pubblicato dalla coppia sui social, è stato – stando a quanto emerge dalle carte – la goccia che ha fatto esplore l’ira degli Abbas ed uno dei motivi per i quali avrebbero deciso di ucciderla. Saqib e Saman desideravano sposarsi, avevano progettato tutto e comprato pure gli abiti. Sogni infranti.

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"Speriamo che l’arresto possa essere la svolta – dice l’avvocato Falleti – Sicuramente rappresenta un grande risultato e un notevole passo avanti. Ma deve essere un punto di partenza e non di arrivo; intendo che ora devono interrogarlo ed estradarlo in Italia. Mi auguro che non venga liberato. Ora tocca alla diplomazia fare il proprio lavoro. Su questa vicenda serve mettere un punto, per Saqib e per l’Italia intera".

Il legale invita poi Shabbar a vuotare il sacco: "Visto che nelle intercettazioni ha detto più volte che Saman è stata ammazzata, parli quando sarà sentito dagli inquirenti. E dica dove hanno messo il corpo. Gli obiettivi per noi sono due: una giusta condanna e una degna sepoltura per Saman".

Saqib – che ora vive in Nord Italia, dove lavora avendo ottenuto un permesso di soggiorno di cinque anni, cercando di andare avanti nonostante il dolore per questa storia – non intende costituirsi parte civile.

"Non ci interessa alcun risarcimento. Ma solo la giustizia. Assisteremo al processo in febbraio? Io verrò sicuramente. Saqib non credo se la sentirà con gli imputati in aula. Ha ancora tanta paura...". Tant’è che – racconta Falleti – "stiamo cercando di portare i suoi genitori in Italia. Ma l’ambasciata italiana a Islamabad ha rifiutato ben due richieste. Ho inviato gli atti anche alla procura di Reggio. Non si può rigettare la richiesta di protezione alla luce delle minacce subìte. La famiglia Abbas è pericolosa e potente in Pakistan".

Daniele Petrone