Un fronte difensivo che si spezza. C’è chi, come l’avvocato Liborio Cataliotti, indica direttamente i genitori di Saman Abbas come responsabili della morte della ragazza, mentre gli altri tre imputati - lo zio Danish Hasnain da lui difeso e i cugini - innocenti. Ieri, nella prima giornata di arringhe delle difese, ha preso per primo la parola L’avvocato Luigi Scarcella, che difende Nomanulhaq Nomanulhaq, uno dei cugini. Per loro due la Procura aveva chiesto 30 anni di condanna, così come per lo zio Danish Hasnain; mentre per i genitori, il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen ha domandato l’ergastolo.
Scarcella ha sollevato falle non solo nell’indagine della Procura, ma anche del giudice per le indagini preliminari davanti al quale si tenne l’incidente probatorio e del giudice del Riesame a cui si rivolse Ikram Ijaz. La sua arringa-fiume si è imperniata su diverse fasi. Fino al 20 aprile 2021 ha ritenuto che pochi fatti sollevati dalla Procura si ritengono dimostrati e che non vi siano elementi a carico di Nomanulhaq. Sull’acquisto dei biglietti aerei per il Pakistan, ha sostenuto che non siano un elemento indiziante: "Un’assistente sociale racconta che il 19 aprile 2021, il giorno prima che Saman tornasse a casa a sorpresa, Abbas chiamò l’operatrice dicendole che sua moglie sarebbe partita per il Pakistan, che voleva vedere la figlia e che non aveva ancora fatto i biglietti". I cugini e lo zio furono inquadrati con le pale il 29 aprile 2021: "Quel giorno non fu fatta alcuna buca in cui seppellire Saman". Si è soffermato su dichiarazioni di Bartoli in cui lui diceva che non era impossibile che lui quel giorno avesse commissionato lavori nelle serre, e che aveva probabilmente chiamato altri parenti perché Shabbar allora non lavorava, "cosa confermata - ha sottolineato Scarcella - dai tabulati". E ha posto i giudici di fronte a una questione "insuperabile", sul momento in cui furono ripresi con pale e attrezzi in mano :"Se tutto fu premeditato, perché si sarebbero fatti riprendere dalle telecamere, manco fossero al cinema?". Questione che, dice Scarcella, lui pose già ai tempi del Riesame nel 2021, "ma il giudice la aggirò dicendo che probabilmente si trattava di un depistaggio".
Ha anche parlato di un "grave errore tecnico-giuridico" per quanto riguarda lo scavo fatto dalla polizia giudiziaria. Ha rimarcato che il 30 aprile i due cugini non erano a casa Abbas. E che quando si allontanò in Spagna lui presentò "domanda di inclusione" a Barcellona "dando il suo indirizzo".
Parla di bugie dette da Saman al fidanzato Ayub Saqib "per tenerlo buono, perché era impositivo e anche per non perderlo": "Lei aveva necessità di descrivere un nucleo familiare così esasperato perché altrimenti Saqib l’avrebbe martellata sui documenti. Doveva prendere tempo perché li stava li cercando a casa, non era una situazione facile. Quando lei parla di parenti, non sono mai in casa". Ma puntualizza che "è vittima di un barbaro omicidio". Parole a cui l’avvocato di parte civile Barbara Iannuccelli, per Saqib, ribatte: "La cosa più incredibile che ho sentito era che lei mentiva sul fatto che i parenti erano cattivi per prendere tempo. Saman però non può difendersi perché è finita sotto due metri di terra col collo spezzato".