Fischietto in bocca e cartellino rosso sventolato simbolicamente contro Manolo Portanova, il neo calciatore della Reggiana condannato in primo grado a sei anni per stupro di gruppo. È la singolare protesta delle associazioni femministe – Non Una di Meno e Nondasola – nell’annunciato sit-in di protesta di ieri sera in piazza Prampolini.
"Non vogliamo che nelle squadre di calcio ci siano degli stupratori – grida la presidente delle attiviste, Carla Ruffini – Chiediamo che Portanova sia mandato via. È un’offesa alla città, a tutte le vittime di violenza e a coloro che in questi anni hanno lottato per questa piaga. Il mondo dello sport non può essere una zona franca. Siamo pronte ad andare allo stadio per contestarlo". Poi l’ammonizione al Comune: "Non si può sentire dalle assessore di questa città (Curioni e Rabitti, ndr) che la decisione debba prenderla la Reggiana in autonomia, chiediamo aiuto affinché la richiesta di allontanare il calciatore sia accolta".
Dalla folla qualcuno grida: "Portanova via da Reggio". E ancora: "Non va neanche messo in campo". Una settantina i presenti. Tra i quali spicca sicuramente il presidente del Consiglio Comunale, Matteo Iori, con tanto di spilla granata sul petto. Che ci mette la faccia: "Sono qui da tifoso e come tale spero che la Reggiana abbia grandi giocatori. Esserlo però non significa solo saper calciare un pallone e non credo che Portanova possa essere il modello che tutti i calciatori rappresentano per i nostri ragazzi". Oltre a lui anche i consiglieri Pd Fabiana Montanari e Matteo Braghiroli (ma nessuno della giunta), Dario De Lucia di Coalizione Civica, Cosimo Pederzoli e Lucia Lusenti (Sinistra Italiana), ma anche Cristian Sesena, il segretario generale della Cgil reggiana – che già nei giorni scorsi si era espresso negativamente sul caso – ed esponenti di Aq16.
Tommaso Vezzani