NICOLA
Cronaca

Il 2022 lascia una scia d’orrore Saman era sepolta in un casolare

Molti i colpi di scena legati al delitto della giovane: arrestati i parenti, ma padre e madre restano in Pakistan. Il giallo di Cerré Marabino: il corpo di Giuseppe Pedrazzini, 77 anni, ritrovato in fondo al pozzo di casa

Il 2022 lascia una scia d’orrore  Saman era sepolta in un casolare

Il 2022 lascia una scia d’orrore Saman era sepolta in un casolare

di Nicola

Bonafini

Meno sangue che nel 2021, ma sicuramente il pathos è stato tanto, così come i colpi di scena e gli snodi clamorosi di alcune vicende, anche giudiziarie. E’ stato un anno di cronaca, questo 2022, in cui il giallo di Saman Abbas ha continuato a fare capolino a volte in primo piano, altre volte sullo sfondo ma altri se ne sono aggiunti (vedi quello di Toano). Insomma, è stato un anno costellato da fatti gravi e anche da importanti processi che si sono aperti o che sono andati a conclusione.

Rivediamo, per fotogrammi, la cronaca del 2022.

ARRESTO

SULLE RAMBLAS

San Valentino del 2022 resterà nella memoria dei reggiani per essere il giorno in cui anche l’altro cugino, latitante, di Saman Abbas è finito nelle mani delle forze dell’ordine. Infatti, la Brigada Provincial della polizia di Barcellona con un blitz alle 7 della mattina ha preso in custodia, Nomanhulaq Nomanhulaq. Il blitz è stato reso possibile grazie alle informazioni che erano state condivise dal Nucleo investigativo dei carabinieri reggiani, con la polizia spagnola e in precedenza con quella francese da cui è scaturito l’arresto dello zio Danish Hasnain.

BOUKSSID CONDANNATO

Il 6 maggio la presidente di corte d’Assise presso il tribunale pronuncia la sentenza di condanna a 24 anni e 6 mesi per Icham Boukssid, il 37enne marocchino che, nell’agosto del 2019, ha ucciso a coltellate la barista cinese Hui Zhou all’interno del bar Moulin Rouge al Foro Boario, in città. La corte dei giudici ha rigettato l’aggravante della premeditazione (la Procura aveva chiesto l’ergastolo), mantenendo l’aggravante dell’aver agito con crudeltà.

IL GIALLO

DI CERRÈ MARABINO

L’11 maggio la tranquillità della frazione di Toano è infranta da un continuo via vai di carabinieri e vigili del fuoco. Nel pozzo presente all’interno della proprietà della famiglia Pedrazzini viene rinvenuto un cadavere. E’ quello di Giuseppe Pedrazzini, 77 anni. Immediatamente le indagini puntano in famiglia, sulla moglie Marta Ghilardini, la figlia Silvia ed il genero Riccardo Guida. I tre vengono arrestati per le ipotesi di reato di sequestro di persona, soppressione di cadavere e truffa ai danni dello Stato, visto che hanno continuato ad intascare la pensione del 77enne anche dopo il suo decesso. Ne nasce una vera e propria battaglia giudiziaria, con il Gip che scarcera i tre subito dopo l’arresto, cui si oppone la Procura che ricorre al Riesame, il quale accoglie le richieste della Pm Piera Cristina Giannusa. Contro cui si oppone a sua volta il legale dei coniugi Pedrazzini-Guida, Ernesto d’Andrea. Si va in Cassazione. La Suprema Corte, con provvedimento reso noto il 14 dicembre, rigetta il ricorso, disponendo il ritorno in carcere, a Mantova, di Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida (la moglie, Marta Ghilardini, è sottoposta a misura meno afflittiva).

GIUSTIZIA

PER JUANA CECILIA

Il 7 ottobre inizia il processo per l’omicidio, avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 novembre del 2021, della 34enne peruviana Juana Cecilia Hazana Loayza, in cui l’unico imputato, reo confesso, è il 26enne Mirko Genco. Il 28 ottobre, nel pomeriggio, infatti, a presentarsi al banco dei testimoni è proprio l’imputato che ripercorre gli eventi tragici di quella notte: "Quella non era più la Cecilia che conoscevo io – ha detto tra le altre cose -. Non doveva uscire e lasciare suo figlio solo in casa".

IL PADRE DI SAMAN

IN MANETTE

Il 15 novembre, Shabbar Abbas, padre di Saman Abbas, viene arrestato dalle autorità di pubblica sicurezza del Punjab, con l’accusa di omicidio. L’uomo era solo, e non ha opposto resistenza. Così anche uno dei due ‘mandanti’ dell’omicidio della 18enne – oltre a cugini e zio, considerati esecutori materiali - è stato così assicurato alla giustizia. La madre Nazia è l’unica ancora latitante.

C’È UN CADAVERE

IN UN CASOLARE

E’ quello di Saman? Tutto porta in quella direzione, anche se mancano ancora i riscontri ufficiali che scaturiranno dall’esame autoptico cui è stato sottoposto il corpo. È il 19 di novembre quando i carabinieri rinvengono un cadavere in un casolare abbandonato nelle campagne di Novellara a breve distanza dalla casa dove abitavano gli Abbas. Sarebbe stato lo zio, Danish, ad indicare il luogo dove il cadavere era stato sepolto, dopo essere stato convinto da un Imam.

MARCO ELETTI CONFESSA

Si annunciava come uno dei processi più interessanti e con possibili colpi di scena eclatanti, quello relativo all’omicidio di Paolo Eletti (avvenuto a San Martino in Rio il 24 aprile del 2021) e quello tentato di sua moglie. Ma il 9 di dicembre, alla seconda udienza, arriva il colpo di scena inaspettato. L’unico imputato per la vicenda, il figlio Marco, si alza in piedi dinanzi alla Corte e confessa: "Devo ammettere a me stesso e a voi, le responsabilità che ho in questo accaduto".

L’ULTIMO COLPO

ALL’NDRANGHETA

Un altro importante processo alla cosca di ‘Ndrangheta che ha operato per anni nella provincia reggiana vede la sua conclusione. Il 15 dicembre, infatti, viene pronunciata la sentenza per i 16 imputati che hanno scelto il rito ordinario del Processo Grimilde. Le condanne sono state 11, 55 gli anni di carcere comminati. Tra le figure di punta alla sbarra, il boss di Brescello, Francesco Grande Aracri, è stato condannato a 19 anni e mezzo, il figlio Paolo a 12 anni e 2 mesi.