Mentre festeggia il suo primo quarto di secolo nella città del Tricolore, Unimore strizza già l’occhio alle sfide del futuro. Per l’occasione è stato presentato venerdì mattina un progetto dedicato alla mobilità sostenibile e all’invenzione di una nuova bici a idrogeno; a seguire, dalle 16.30, il convegno nell’aula magna Pietro Manodori di via Allegri, alla presenza anche del presidente della Regione, Stefano Bonaccini. La scelta fatta nel ’98 "è stata lungimirante proprio perché non si è voluto creare un ‘clone’ della sede modenese – ha detto il rettore Carlo Adolfo Porro –. Anzi, si è voluto sviluppare una realtà che completasse l’offerta formativa, facendo nascere ciò che a Modena non c’era". Nell’arco di quattro anni, ricorda Porro, gli spazi dedicati a didattica e ricerca a Reggio sono aumentati del 72%, oltre al 105% in più di posti a sedere nelle aule. La quota di iscritti oggi supera i 10mila: "Un traguardo che detta il ritmo da tenere anche in futuro – ha considerato il sindaco Luca Vecchi – e conferma quanto l’università sia uno dei motori fondamentali della trasformazione sociale di questa città". Il passo ancora da compiere è diventare una vera città universitaria, portando attrattività e servizi a un livello successivo. Perciò è stato firmato, a luglio scorso, un accordo d’intesa tra Comune e Unimore: "Non è un punto di partenza né di arrivo – ha precisato l’assessora all’educazione, Raffaella Curioni – è un patrimonio che portiamo a chi verrà dopo di noi. Perché l’eccellenza universitaria passa anche da come siamo in grado di accogliere gli studenti". "Le complessità non mancano, ma abbiamo un vantaggio – ha dunque puntualizzato Bonaccini –. In Emilia-Romagna, alla pari della Lombardia, abbiamo più ragazzi che vengono a lavorare qui rispetto a quelli che se ne vanno, oltre alla maggiore affluenza di studenti da fuori regione". E in un Paese segnato dal dramma della denatalità, ha concluso, "sarà il nostro capitale umano a fare la differenza". Se poi d’innovazione si parla, meglio applicarsi subito: l’accordo siglato da Comune, Unimore e Tuttinbici porta alla nascita di un nuovo gruppo di ricerca per la creazione di una bici a idrogeno, che andrà ad arricchire il mondo delle e-bike pubbliche. Come spiegato dal professore Marcello Romagnoli, l’idrogeno verrà stoccato in una piccola cella di combustione installata sul mezzo e da lì, convertito in elettricità. Il protocollo ha una validità di tre anni, prorogabili per altri tre: in questo lasso di tempo tutte le controparti si impegneranno anche in programmi didattici e di ricerca integrata, con annesse attività di supporto alle start up che operano nell’interesse della mobilità ‘green’.
Giulia Beneventi