LUCA BONACINI
Cronaca

I Custodi del Lambrusco: "È un vino ricco di storia. Unicità da valorizzare"

Nasce una nuova associazione che riunisce 26 produttori tra Reggio e Modena "Non si tratta solo di tutela, ma di affermazione per riscriverne insieme il futuro" .

Nasce una nuova associazione che riunisce 26 produttori tra Reggio e Modena "Non si tratta solo di tutela, ma di affermazione per riscriverne insieme il futuro" .

Nasce una nuova associazione che riunisce 26 produttori tra Reggio e Modena "Non si tratta solo di tutela, ma di affermazione per riscriverne insieme il futuro" .

È una rivoluzione gentile quella dei 26 produttori di Modena e Reggio Emilia fuoriusciti dal Consorzio Tutela del Lambrusco che al Museo Stanguellini hanno dato vita ai Custodi del Lambrusco, una nuova associazione che si pone di riscoprire e riposizionare il Lambrusco tra i grandi vini. Tanti i volti noti della bollicina rossa più venduta nel mondo che hanno fatto la storia di questo vitigno antico, presenti all’evento, da Anselmo e Tommaso Chiarli, ad Angela Sini e Christian Bellei di Cantina della Volta, da Antonia Giacobazzi di Villa Corlo a Fabio Altariva di Fattoria Moretto, a Mattia Montanari di Opera 02, che non nascondono un rinnovato entusiasmo per questa nuova realtà che nasce all’ombra della ghirlandina, dopo quasi un anno di gestazione. Piccole e grandi aziende, modenesi e reggiane, del Grasparossa e del Sorbara, che si costituiscono in un nuovo soggetto che punta ad esaltare il carattere autentico del Lambrusco elevandone la qualità e rendendone unica ogni espressione: "Non si tratta solo di tutela ma di affermazione, il Lambrusco è storia, cultura e identità di un territorio e merita di essere riconosciuto come tale – dichiara Fabio Altariva, presidente dei Custodi del Lambrusco – Quella che è nata oggi è un associazione che ha una missione chiara, riscrivere il futuro di questo vino, esaltandone il valore autentico, senza compromessi, per restituirgli il ruolo che merita, con tutto il suo bagaglio di storia, cultura e identità, che vogliamo proteggere e raccontare".

Autorevoli i relatori intervenuti, che hanno confermato il rilievo e la portata dell’operazione, moderati da Leila Salimbeni, coordinatrice della rivista Spirito Divino. "E’ un vino antico, che mai come in questo periodo, ha intorno a se tanti attori coinvolti, non ultimo il riscaldamento del pianeta, che influisce sul clima e sul meteo, che in campagna è fondamentale. Sono momenti complicati e servono nuovi strumenti e nuove modalità che aiutino i produttori a confrontarsi. Ben venga questa nuova enclave" conferma Antonio Previdi, grande connoisseur di Lambrusco e collaboratore Guida Slow Wine. "Sono attratto antropologicamente dal Lambrusco, è un vigneto antico, ma sempre giovane, che riesce a rinnovarsi. Parecchi anni fa, si presentava l’Ancestrale della Vigna del Cristo, capii che quel vino avrebbe fatto strada, ha una capacità straordinaria di rinnovarsi, riesce a creare empatia con il consumatore ed è un vino internazionale. Guardo con simpatia a questo movimento che nasce oggi, perché sono certo che nasce rispettando tutte le diverse individualità" ha affermato Davide Paolini ’Il Gastronauta’. "Il Lambrusco riesce a resistere alle ossidazioni ed è un valore notevolissimo, che ci piace molto raccontare, sono pochi i vitigni che hanno questa camaleontica capacità espressiva e questo nuovo gruppo di produttori sono certo saprà esaltare questi aspetti" conferma Matteo Pessina, fondatore dell’Osservatorio del Lambrusco.

Luca Bonacini