di Daniele Petrone
Lo definisce "uno schiaffo netto al viso pallido dell’ipocrisia reggiana". Gerardina Bellassai, 59 anni, ex guida dei City Angels di Reggio – associazione che aiutava i più deboli (dai tossicomani agli alcolisti fino a clochard e prostitute) ha scritto un libro destinato a fare scalpore in città.
Si intitola "Ho sposato un prete", in uscita a fine mese, edito da Europa Edizioni (già prenotabile però sul sito www.europaedizioni.com e vari portali dedicati ai libri). La donna infatti si è unita a nozze nel gennaio 2018 con l’ex sacerdote Achille Melegari, 60 anni, già prete a Cella, Cadè e Gaida.
Un matrimonio che fece scandalo all’epoca. Un addio all’abito talare non senza lesinare qualche stoccata alla Chiesa (Achille presentò le dimissioni al vescovo Massimo Camisasca per "crisi pastorale" il 31 maggio 2017, sostenendo che la storia con ‘Dina’ non esistesse ancora): "Grazie a lei sto conoscendo un pezzo di mondo che non avrei mai potuto apprezzare restando chiuso in parrocchia", disse il religioso in un’intervista al Carlino, aprendo un acceso dibattito sulla modernità della Chiesa anche alla luce delle aperture sul tema di Papa Francesco, sulla concezione dell’amore ecclesiastico e su una realtà clericale a sua detta troppo chiusa che gli andava sempre più stretta.
Anche di questo parla il libro di Gerardina. Del loro primo incontro ricordato nitidamente ("...Aperta la porta si presentarono con una stretta di mano sicura – si legge nell’anteprima – le premesse di una storia d’amore si evincono già dai primi fugaci sguardi, profondamente ingenui e privi di secondi fini: guardare una persona non significa solamente figurarsela, vuol dire soprattutto focalizzare ciò che di lei colpisce. Allora eravamo ignari della cattiveria che avremmo subito in seguito dal mondo ecclesiale reggiano, un’ostilità che andrà al di là di ogni ragionevole sospetto").
Un libro che affronta proprio tutto ciò, senza peli sulla lingua. "Mi venivano riportate molte voci cattive – racconta Gerardina al nostro giornale – tante persone che ci giudicavano senza sapere nulla. Questo mi ha spinto a scrivere un libro verità. La curia mi tolse il posto di lavoro come cuoca in una casa protetta gestita da suore, perché le malelingue su me e Achille si sprecavano. Lui invece mi aveva solo aiutato, come avrebbe fatto qualsiasi sacerdote di buon cuore, a trovare un impiego, affidandomi la gestione di un bar parrocchiale. Ma iniziò la processione in curia contro di noi...".
E poi nella narrazione si toglie i sassolini dalle scarpe contro alcune parrocchiane: "C’era chi mi dava della poco di buono e poi faceva le peggio cose... C’era chi faceva campagna anti-aborto e poi abortiva dopo gravidanze avute durante relazioni extraconiugali".
Fino ai familiari: "Che non hanno accettato la nostra relazione. Sia dalla parte di mio marito sia mia", chiosa Dina. Ma è anche un libro di denuncia.
"Sono stata perseguitata dal mio ex marito, allora membro dell’Arma – continua la donna, raccontando una storia già finita sulle cronache dei giornali – Una vicenda che si è trascinata in tribunale per 13 anni fino alla sua condanna. E poi ricordo quando questura e Comune mi accusarono di essermi inventata una bufala dopo aver salvato una ragazza da uno stupro. Mi dissero che in questo modo si dava l’idea di una città insicura... Poi il Carlino Reggio approfondì e si appurò la verità... Con questo non condanno carabinieri e polizia che sono corpi che stimo: il marcio però c’è ovunque".
Infine Gerardina non teme ripercussioni per questo libro choc: "Non ho paura di nulla. Sono sempre stata scomoda, onesta e leale. C’erano tanti che facevano scommesse da bar su quanto potesse durare fra me e Achille. A distanza di quattro anni qualche chierico ed ex-parrocchiano ci ha provato anche in questi giorni, ma siamo ancora insieme, innamorati più di prima. L’amore trionfa sempre. E questo dovrebbe essere il caposaldo della religione, della nostra religione – sottolinea – perché siamo cattolici. Ma i valori cristiani di oggi sono una farsa... Io e Achille lo sappiamo. Il libro? Potrebbe esserci un seguito. E anche mio marito sta pensando di scriverne uno...".