
All’Arara Viaggi di viale Regina Margherita il pensiero a riguardo dei contributi alle agenzie di viaggio è chiaro: è un contributo che fa comodo ma che non risolve gli enormi problemi che le agenzie di viaggio – come tutto il settore turistico – stanno affrontando.
Matteo Calcopietro (foto), si è già informato per fare richiesta del bonus a fondo perduto?
"Ho sentito poche ore fa il mio commercialista. Si potrà richiedere solamente a settembre, e chissà poi quando arriverà effettivamente nelle nostre tasche. In ogni modo, mi sembra sciocco non provare a beneficiare di questo piccolo contributo, visto il momento a dir poco complicato".
Inizia a vedere una luce in fondo al tunnel?
"No, dato che è impossibile anche solo prevedere quando il periodo di emergenza potrà terminare. Per ora è stato prolungato fino a ottobre: lo straniero che aveva piani di vacanza in Italia, allora, si guarderà bene dal venire nel nostro Paese. Noi, ad oggi, abbiamo l’80% di clienti in meno rispetto all’anno scorso. Stiamo vivendo un periodo di continuo allarmismo mediatico, ma non vorrei entrare in discorsi politici".
In che senso?
"Il settore turistico è gestito in maniera pessima dal ministro Franceschini. Il contributo dei 2mila euro sembra solo un modo, per il Governo, di avere la coscienza pulita. Ci vorrebbe qualcuno del settore, e non una persona che ha sempre e solo fatto il politico. Le nostre reali esigenze non vengono comprese, e siamo di fatto abbandonati a noi stessi".
Quindi anche il bonus vacanze lo vede come un aiuto ‘inutile’?
"L’iniziativa è lodevole, ma nel concreto assolutamente inadatto. Anzitutto è troppo complicato, per il cliente, da richiedere. Isee, identità Spid… E poi non è funzionale per l’albergatore, dato che i soldi (successivamente restituiti tramite credito d’imposta; ndr) in un qualche modo dovrà anticiparli. Andava pensato meglio".
Come state vivendo la lenta ripresa?
"Mi sto riorganizzando. Essendo imprenditori, non possiamo vivere alla giornata ma prevedere gli scenari futuri. Una volta c’erano destinazioni nel mondo in cui consigliavamo di non andare, causa terrorismo o situazioni politiche precarie. In quei casi dirottavamo i nostri clienti da altre parti. Oggi, e nel futuro prossimo, è pressoché impossibile, dato che il virus coinvolge tutto il globo. Proviamo a pensare positivo, ma senza aiuti concreti – e maggiori – è molto difficile".
Francesco Giro