"Era un bravissimo ragazzo, non beveva, non fumava, lavorava tanto e aiutava con i soldi la famiglia". Così una amica ricorda Hicham Outtas, ucciso da un pirata della strada ad appena 21 anni mentre con i suoi due amici d’infanzia Anuar Mastaki e Ahmed Habbou stava andando a mangiare una pizza in compagnia. Una serata come decine di altre, terminata tragicamente a pochi chilometri da casa. Il fato ha voluto che ci fosse lui seduto accanto al conducente: entrambi sono stati schiacciati e trafitti da tonnellate di tubi. Il decesso è stato pressoché istantaneo.
Hicham, arrivato a 4 anni dal Marocco a Reggio, abitava in centro a Villa Cadè con la mamma Monia, il papà Mustafa, la sorella di 13 anni Sara ed i fratelli Rachid (26) e Jousef (16). Un’appartamento in un cortile interno a lato della Via Emilia, quasi di fronte alla scuola elementare che aveva frequentato con i due amici. Ahmed risiede ancora a poca distanza, mentre Anuar si era trasferito a Reggio; i tre avevano frequentato scuole diverse, ma si incontravano spesso. Hicham – che in passato aveva lavorato anche come cameriere in un locale reggiano – era stato recentemente assunto come operaio metalmeccanico alla Kohler, un bel contratto di cui andava orgoglioso. "Uscivano spesso insieme, non avevano ancora fidanzate – spiegano i parenti – Le loro serate erano in compagnia, a mangiare fuori insieme, ad ascoltare musica, a parlare di sport". Hicham era un campioncino di pugilato, molto promettente.
Lo aveva allenato il mitico Valentino Manca della Reggiana Boxe. Appena diciassettenne si era presentato in palestra a Villa Cella assieme a un amico, dicendo di voler boxare. "L’altro aveva mollato subito, lui no. E le cose stavano andando bene – ricorda Manca – Aveva vinto i provinciali, poi gli interregionali e i regionali. E sarebbe andato ai campionati italiani assieme ad altri quattro ragazzi nostri. Ma decise di rinunciare". Un errore di cui si pentì. Ecco cosa scrisse Hicham a Manca poco tempo fa, pregandolo di farlo tornare tra le corde: "Vale ti voglio veramente bene e te ne sarò sempre grato di quello che hai fatto con me".
Un futuro che non arriverà mai. I corpi di Hicham e Anuar adesso sono vicini nella camera mortuaria di Coviolo, dove ieri c’è stato un incessante pellegrinaggio di familiari ed amici. Tra loro anche Abdelkrim Ouargziz, responsabile della moschea Salam di via Gioia, e il suo collaboratore Mohamed Habbou, zio del sopravvissuto Ahmed. "Se la Procura non disporrà l’autopsia, i funerali si terranno probabilmente martedì o mercoledì – spiega Ouargziz – I nostri addetti si occuperanno del lavaggio e della cura dei corpi, poi porteremo le bare in moschea per la preghiera. Quindi saranno sepolti a Coviolo, nell’area riservata alle persone di fede musulmana".