Reggio Emilia, 17 novembre 2018 - Guide turistiche reggiane in rivolta. Il bersaglio? I «free walking tour», appassionati che si mettono a disposizione di turisti e visitatori in cambio di una offerta al termine del giro alla scoperta delle bellezze culturali e storiche della città. Da qualche tempo il format, già diffuso in tutta Europa, è approdato a Reggio.
Contro questo fenomeno si sono scagliate le guide turistiche autorizzate reggiane che, con una lettera indirizzata al nostro giornale, condannano questa novità «sulla scia di esempi nefasti già verificatisi e criticati nelle vicine città di Parma e Modena». Ed è proprio nella città modenese è nato il primo gruppo di guide del Free Walking Tour: non ci sono biglietti da pagare, i tour sono aperti a tutti e basati su un sistema di offerte libere in base alle proprie disponibilità, alla soddisfazione, a quanto si rimane colpiti.
Proprio questa modalità, secondo cui chiunque può improvvisarsi guida turistica, ad essere contestato dai dodici firmatari della lettera: «Trattasi di tour guidati sponsorizzati anche dall’Ufficio di Accoglienza Turistica (Iat) di Reggio Emilia che propongono visite nel centro storico e compensati da un ‘obolo’ un’offerta libera che, a nostro avviso, svilisce la professionalità e la dignità del lavoratore e in qualche modo limitativo nei confronti di una preparazione culturale che spesso vede a monte una laurea, sicuramente un corso professionalizzante riconosciuto dalla Regione, e una formazione continua in materia umanistica e di cultura del territorio».
Proprio questa dichiarata sponsorizzazione dell’Uffico Turistico, e quindi del Comune, ai Free Walking Tour non va giù ai professionisti perché «la guida turistica – continua la lettera –, se abilitata e professionale, ha dovuto intraprendere un percorso di studi e formativo ben strutturato e per diventare tale e per essere in grado di svolgere questo lavoro è necessaria la frequenza e il superamento di corsi di qualificazione professionale patrocinati dalla Regione Emilia Romagna, nonché il superamento dei relativi esami».
Non solo, perché oltre agli obblighi formativi vi è anche quello assicurativo da non trascurare: «Per l’esercizio delle professioni turistiche – precisa il documento – è necessario possedere e accertare la copertura assicurativa di responsabilità civile per i rischi derivanti alle persone dalla partecipazione alla visita. In pratica, una guida turistica professionale abilitata è in grado di condurre in sicurezza un gruppo in visita a un tour guidato, conscia della possibilità di intervenire concretamente se il turista dovesse incorrere in qualche disagio (accidentale caduta, inciampare in un pavimento sconnesso), cosa che non siamo affatto sicuri sia nella possibilità di chi effettua questi walking tour per la città».
«Non sappiamo – si legge nella lettera – se le persone che portano avanti questa iniziativa sono guide turistiche autorizzate o la loro esperienza è lasciata all’improvvisazione del momento. Ci domandiamo inoltre se queste iniziative siano in ordine dal punto di vista fiscale e assicurativo».
I firmatari chiedono alle isitituzioni, infine «una maggiore consapevolezza dell’etica del lavoro, di contrastare questo fenomeno a favore di una riconosciuta professionalità e commisurata retribuzione». Sono dodici le guide che per ora hanno sottoscritto il documento: Silvia Morini, Vida Borciani, Nadia Moretti, Licia Galimberti, Gianluca Ferrari, Fontana Esmeralda, Martinelli Marco, Rachele Grassi, Maria Cristina Bertoli, Andrea Semeghini, Jager Bedogni Donatella e Ursula Thanheiser.