FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Grandine e danni alle coltivazioni. "Angurie da buttare via"

Il presidente della Cia provinciale di Reggio Emilia fa la conta: "Abbiamo 80mila ettari di viti vulnerabili. Pomodori e meloni hanno poche difese, mentre il mais non è stato intaccato"

Una cocomera spaccata letteralmente in quattro dalla grandinata di ieri

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Reggio Emilia, 26 luglio 2023 – Grappoli d’uva strappati dalle viti, chicchi pestati dalla grandine, cocomere trapanate dai bolidi di ghiaccio, campi di mais piegati dal vento, rotoballe inzuppate, campi allagati. Per la terza volta in tre settimane il maltempo ha provocato gravi danni alle colture nelle nostre campagne in particolare nella Val d’Enza e nella zona tra Correggio, Bagnolo in Piano e Cadelbosco. Il maltempo è arrivato velocemente dal Parmense sulla media pianura reggiana attorno alle 9,30, con le aziende agricole di Montecchio e Sant’Ilario che si sono ritrovate sotto un cielo livido quasi notturno. Idem a Campegine. Non sono caduti solo scrosci sferzanti di pioggia e sassi di ghiaccio sferici, ma anche grossi conglomerati di chicchi a forma stellata. La tempesta si è poi spostata verso la periferia a nord della città.

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“I danni ci sono stati e sono importanti – sottolinea Lorenzo Catellani, presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori – Tramite i nostri canali interni subito invitato i nostri soci a inviarci segnalazioni, e ci siamo messi a disposizione".

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Quali sono le colture più esposte?

"Abbiamo 80mila ettari di viti, molto vulnerabili. Io stesso sono un viticoltore e sono stato colpito. I danni precisi però potremo vederli tra 3-4 giorni. E poi le orticole. Quelle annuali a terra: meloni, angurie, pomodori non hanno difese, a differenza delle colture frutticole – ad esempio, la frutta rossa come le pesche – che essendo di lunga durata possiamo difendere con le reti, utili anche per tenere lontani gli insetti. E poi le serre".

La vendemmia ne risentirà?

"Il danno è di quantità, per fortuna siamo lontani dalla raccolta e la qualità delle uve rimarrà buona".

Vi sono danni ai foraggi?

"No, per fortuna. Le rotoballe si bagnano solo superficialmente, l’acqua scorre via rapidamente e poi si asciugano. Il mais non ha avuto problemi".

Bisognerà chiedere aiuti alla Regione?

"La grandine è un rischio conosciuto, frequente e che le assicurazioni coprono".

Le grandinate di luglio sono spie dei cambiamenti climatici?

"No, ci sono sempre state. I mutamenti del clima piuttosto si manifestano con la siccità invernale o le alluvioni. Oppure con le piogge eccezionali di maggio e giugno, con 300 millimetri caduti a Reggio, che hanno un ritorno statisticamente basso. Certamente quest’anno la grandine si è presentata spesso, sia pur con intensità variabile, ed hanno colpito un po’ tutto il reggiano. La scorsa settimana la zona di Albinea e del Ghiardo, ad esempio; oggi Calerno ma anche Sesso e Cadelbosco".