di Francesco Pioppi
"Portanova lo manderei a lavorare in fonderia...". La voce che irrompe all’improvviso nella discussione arriva da Lorenzo Razzoli, uno dei clienti del Bar Tanaka che si trova in pieno centro a Cavola a poche centinaia di metri dal campo che ha ospitato l’amichevole pre campionato di ieri contro il Baiso e a una manciata di curve da Toano, dove c’è il ritiro della Reggiana. Basta pronunciare il nome del nuovo centrocampista granata (condannato a dicembre scorso in primo grado a sei anni per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ventenne in un appartamento di Siena) e il dibattito s’infiamma. La gente del posto è piuttosto schiva, ma Razzoli prende subito di petto la questione, spegnendo con forza la sigaretta nel portacenere: "Si parla tanto di presunzione d’innocenza, ma intanto gli hanno dato sei anni e uno così non è giusto che adesso calci un pallone davanti ai bambini...". Nel locale ci sono anche alcuni tifosi granata che invece non la pensano in questo modo e non prendono bene la questione. "Non farmi foto", è la premessa. Poi si va a ruota libera: "Per me il discorso della fonderia non ha alcun senso – argomenta Gabriele, storico tifoso della Curva Sud – ci sono ancora due gradi di giudizio e sono tanti i casi in cui in primo grado ‘ti rovinano la vita’ e poi diventi innocente. È successo tante volte e per me la Reggiana ha fatto bene: sta dando una nuova chance a un ragazzo che oltre ad essere un calciatore è anche un lavoratore, questo non va mai dimenticato. Secondo me deve avere il diritto di fare il proprio lavoro".
La discussione si fa sempre più animata, vola qualche parola grossa di troppo e Razzoli si alza e se ne va: "Speriamo che le nuove generazioni non la pensino tutte così, come certi tifosi, altrimenti siamo messi male…". Il focus e le comitive si spostano poi verso il campo sportivo di Cavola dove i riflettori sono tutti per Manolo Portanova che arriva assieme al veterano Alessio Luciani e si siede a bordo campo, nella zona degli spogliatoi, dove ha assistito al match dei suoi nuovi compagni. Pochi attimi dopo il suo arrivo gli utras delle Teste Quadre srotolano uno striscione con un riferimento chiarissimo, a sostegno dell’uomo più chiacchierato del momento: "Nella vita come allo stadio… Fino al terzo grado nessuno è condannato". Una posizione ben diversa rispetto a quella tenuta dai tifosi del Bari che a gennaio scorso fecero pressioni al club pugliese, facendo saltare il trasferimento.
E Portanova come reagisce a tutto ciò? Abbiamo provato ad avvicinare il centrocampista per strappargli qualche dichiarazione, ma in maniera educata ha spiegato che al momento preferisce evitare. E alla fine della partita si è fermato a firmare autografi ai bambini, prestandosi pure a qualche selfie.