Se lo ricorda il periodo in cui al Parco i reggiani hanno iniziato ad andare molto meno di un tempo, Piera Vitale, "e si sa, quando i residenti smettono di sentirlo come proprio, fino al punto da non venirci più, i politici tendono a eliminarlo dall’agenda, non considerandolo centrale nella vita della comunità". Ora la situazione è migliorata, "ma negli anni successivi al mandato di Pinuccia Montanari, dopo il 2009, il Parco è andato incontro a un progressivo decadimento ed è sparita la delega all’assessorato all’Ambiente per tanto tempo. Mi chiedo perché", prosegue Piera, fra le anime dell’ex comitato ‘Amici del Parco’. La cosa scandalosa tutt’oggi è la mancanza dei bagni, lamenta Vitale.
"Quattro anni fa, quando la nostra attività è partita (nel gruppo c’era anche il botanico Ugo Pellini, rappresentante Wwf) non c’era una panchina sana: erano tutte rotte, abbiamo una documentazione di foto e video. Altro punto, non posando più la ghiaia sui viali, quando pioveva si allagava ovunque e all’altezza della tomba dei Concordi non si riusciva a passare. Ciò significava una cosa sola, la manutenzione non veniva fatta ! Questo abbiamo notato. I rami cadevano, noi telefonavamo e venivano a transennare, ma erano azioni sempre sull’emergenza. Non c’era cura, non veniva calendarizzata la potatura. Non immagina il dolore ad assistere a questo scempio". "All’ Astoria-Mercure transitano delegazioni continue a visitare la città – continua Vitale, commessa di supermercato –. Almeno una volta le toilette erano aperte e in custodia alle cooperative. Durante il Covid si sono verificati problemi igienico-sanitari e così, quando parlavo con le assistenti famigliari, mi sentivo dire che erano disposte a pagare un piccolo obolo pur di accedere ai bagni". Piera è comunque ottimista: "Alcuni ripristini sono stati eseguiti. Le aiuole, la plantumazione di alberi intorno alla fontana, la ghiaia... Noi possiamo davvero dirlo: abbiamo lavorato per il decoro del Parco. Tengo a farlo notare alle attuali amministrazioni, verso cui non sono mai stata avversa". C’è spazio per un sincero elogio alla bellezza del verde: "Abbiamo un monumento vegetale, io la chiamo la madre di tutti i cedri. Per far vivere il Parco occorre creare vere occasioni di incontro e soprattutto mettere i servizi. A Reggio vivono tanti anziani, soli in case sempre più grandi, che preferiscono non venire ai Giardini, spaventati da alcune frequentazioni. Creiamo una rete di attenzione".
l.m.f.