Giocatore divisivo, se mai ce ne è stato uno in Italia.
Ma dal talento clamoroso; e comunque la si pensi su di lui il fatto che sia tornato protagonista in serie A è una buona notizia per tutti gli appassionati di basket. A parte forse, questa settimana, quelli biancorossi, visto che Alessandro Gentile affronterà, coi compagni della Givova Scafati di cui è uno dei principali punti di forza, l’Unahotels domenica (ore 19,30). Nell’intervista che segue il cestista casertano, 4 scudetti nel palmares, tra Italia, Grecia e Israele, parla del vicino match ma anche dei suoi ricordi reggiani.
Gentile, quest’anno è l’anno in cui la pallacanestro italiana la rivede tra i grandi protagonisti, dopo tante vicissitudini dentro e fuori dal campo. E’ contento?
"Sicuramente ho attraversato anni difficili. Ma nei miei confronti ci sono sempre stati eccessi: sia di esaltazione nei momenti migliori, che di critica in quelli peggiori. Avrei voluto maggiore obiettività. Io ho sempre dato, e anche oggi cerco di dare, il massimo di me stesso quando gioco e mi alleno".
Domenica la sua squadra sfiderà Reggio. Città dove, tra l’altro, lei ha anche vissuto.
"Sì, nel 2002, quando mio padre (il celebre Nando, fromboliere della Caserta dello scudetto, ndr) giocava lì. Ho dei bellissimi ricordi perché fu l’anno in cui iniziai a praticare minibasket e tra i miei compagni c’era Nik Melli. Con altri bimbi poi ci rendevamo disponibili a asciugare il parquet durante le partite della prima squadra, così potevamo vederla da vicino. In più, un mio vicino di casa aveva il canestro in cortile, e quindi ci trovavamo spesso a fare un sacco di partitelle".
C’è stato un momento in cui anche lei sembrava pronto a vestire il biancorosso…
"Vero. Era il dicembre del 2016, con Milano avevo raggiunto un accordo per poter terminare il campionato in un’altra squadra. E mi sarebbe piaciuto molto venire a Reggio. Ma la cosa non è andata a buon fine (ad opporsi fu l’Armani che, all’epoca, non voleva rafforzare una diretta concorrente per lo scudetto, ndr)". Che partita sarà invece quella di domenica?
"Per noi molto complicata, l’Unahotels è un gruppo ben costruito e di altissima potenzialità. Noi veniamo da una sconfitta bruttissima a Tortona, dove abbiamo perso di quasi 40 punti".
Reggio dopo aver preso 70 punti nei primi due quarti a Varese, e essere stata anche a -30, poi ha battuto la Virtus Bologna…
"Allora speriamo che anche per noi possa accadere la stessa cosa. Dal mio punto di vista è normale che lo dica".
Come è cambiata Scafati rispetto alla partita di andata dove l’Unahotels vinse 85-77 e dopo il cambio di coach?
"Di acqua ne è passata sotto i ponti. A Reggio abbiamo perso alla seconda giornata, e abbiamo poi inserito anche nuovi giocatori. Direi che Boniciolli ha portato più che altro un metodo di lavoro diverso rispetto a quello di Sacripanti: è estremamente esigente, chiede tantissimo in termini di impegno in allenamento venendo dalla scuola slava. Ci stiamo adattando alla sua metodologia".
E poi avete David Logan, tradizionale bestia nera di Reggio…
"Anche a 41 anni resta un giocatore come ce ne sono pochi. Con un’etica del lavoro incredibile e una cura maniacale del suo cropo E’ il nostro leader silenzioso, si fa valere con l’esempio più che con la voce".