Reggio Emilia, 4 luglio 2024 – Hanno portato a spalla il feretro del giovanissimo collega, gli operai della Pellicciari srl, e l’azienda s’è fermata per poter consentire a tutti di dare l’ultimo saluto a Giustino Danilo Colella, annegato a 19 anni nel torrente Enza a San Polo in una domenica di sole e divertimento.
È stato un funerale composto, quello di stamattina nella chiesa reggiana di Regina Pacis, non lontano dall’appartamento di via Dalmazia dove il giovane abitava insieme alla mamma Nataliya Kravchenko, vedova.
Tantissimi i giovani presenti: amici, compagni di classe delle scuole medie giunti da Modena, compagni dell’Istituto Simonini dove aveva imparato il mestiere di idraulico che poi lo aveva traghettato nel mondo del lavoro, in quella ditta dove si era fatto benvolere e apprezzare per l’impegno, la puntualità e la serietà.
E poi la fidanzatina, tutto il tempo accanto a Nataliya ed ai fratelli di “Justin”: Tania, Anna e Nick. E molti esponenti della comunità ucraina, a cui il ragazzo apparteneva da parte di madre.
Dopo la messa celebrata da don Enrico Ghinolfi, ho preso la parola un amico che ha ricordato: "Jay Dee, Danilo, Justin, Topo Volante… Non avrei mai pensato di scrivere queste parole così presto. Lasci un vuoto enorme che nulla potrà mai colmare. Eri un ragazzo incredibile, pieno di vita, ambizioni, sogni. Cercheremo di essere forti. E tu cerca di non fare impazzire gli angeli con le tue barzellette imbarazzanti”. I colleghi hanno portato la bara anche all’uscita, dove un lungo applauso ne ha salutato la partenza per l’ultimo viaggio verso l’ara cineraria del cimitero di Coviolo.
Colella ha perso la vita domenica scorsa, quando si era recato con due amici a fare un picnic sulle rive dell’Enza, appena sotto il ponte tra San Polo, in provincia di Reggio Emilia, e la parmense Traversetolo.
Dopo aver approntato una griglia, prima di mangiare, ha voluto fare un tuffo spericolato nel torrente lanciandosi dalla piattaforma di cemento della briglia che si protende al centro dell’alveo, accanto ad una cascata.
Un tuffo ripreso dagli amici con il telefonino.
Purtroppo in quel punto le acque sono vorticose, profonde e gelide; un gorgo lo ha trascinato sotto.
Protezione civile con unità cinofile, carabinieri, vigili del fuoco appiedati e sub, con elicotteri e droni, lo hanno cercato sulle sponde e nelle acque, sperando nel miracolo: che Danilo, sia pur ferito, fosse stato trascinato a riva dalla corrente.
Purtroppo sono stati i sommozzatori dei Vvf, dopo 24 ore, a individuare il corpo sommerso e a recuperarlo.