Baiso (Reggio Emilia), 11 agosto 2023 – “Venerdì sera riapriamo la comunale Poggio Del Bue/Levizzano. E contiamo di non chiuderla più". E’ questa la notizia più rilevante emersa nell’incontro pubblico tenutosi mercoledì sera al circolo ‘La Piola’ di Levizzano, nel comune di Baiso, ed è lo stesso sindaco del Comune, Fabrizio Corti ad annunciarlo all’inizio del suo intervento. Di fronte ad una sala gremitissima, con anche alcuni ‘spettatori’ che hanno preferito seguire l’incontro appoggiati sul davanzale delle finestre per godersi il fresco della sera, il primo cittadino di Baiso ha voluto fare il punto della situazione sull’incedere dei lavori di contenimento e messa in sicurezza della frana di Ca’ Lita. Assieme a lui era presente anche il dottor Giovanni Bertolini, geologo, referente della Protezione Civile di Reggio e dell’ufficio per la sicurezza territoriale.
"La frana allo stato attuale è praticamente ferma – spiega Corti –. Stiamo parlando di movimenti millimetrici. Ora, quello che stiamo facendo sono dei lavori di sagomatura della punta della frana in prossimità della strada, cercando di prepararci al meglio per non soffrire troppo durante il periodo invernale. Consapevoli che il grosso dei lavori da compiere e delle progettualità da svolgere avverranno intorno a primavera del 2024". "Noi venerdì intorno alle 20.30 (cioè questa sera per chi legge, ndr ) riapriamo la comunale che porta a Levizzano, e contiamo di non chiuderla più – aggiunge il sindaco -. Qualora si sviluppassero delle criticità particolari potremmo considerare l’idea di chiuderla al passaggio nelle ore di minor traffico, o, nella situazione peggiore, per 3, 4 giorni. Ma l’auspicio è di non doverlo fare. I soldi? Non abbiamo potuto usare quelli del Pnrr per la somma urgenza. A oggi il portafogli è vuoto, ma ci sentiamo tranquilli e fiduciosi di fronte alla parola che ci è stata data dal Generale Figliuolo. Consapevoli, tutti, per altro, che i lavori da fare sono talmente tanti e ingenti, che serviranno finanziamenti importanti anche in futuro".
Il dottor Bertolini apre l’intervento con una battuta, ma poi snocciola numeri e dati: "Se ci fosse una classifica delle frane più ‘cattive’ in Europa, quella di Ca’ Lita sarebbe sicuramente a podio – attacca -. Stiamo parlando della frana, in attività, più grande d’Italia, se non del continente. Il fronte della frana, a oggi, rispetto al 2004 quando si è riattivata, è più basso di 400 metri, e la ‘piana’ da cui si generano le lingue di terra argillosa che corrono a valle si è spostata di 31 metri in 16 anni. Ma il dato più interessante che abbiamo ricavato è che è una frana che si muove anche in presenza di poca pioggia. Vuol dire che essa stessa ha un’umidità interna provocata dalla risalita di acque dal sottosuolo. Un fenomeno simile a quello dei vulcanetti".
"Personalmente sono 40 anni che mi occupo di frane, nessuno potrà mai garantire di fermare un fronte franoso di queste dimensioni. Ma sono fiducioso comunque che arriveremo a poterla controllare. Stiamo collaborando con Unimore, con le università di Firenz e e Trento e con l’Ispra a Roma per cercare di trovare le soluzioni migliori per controllarla – chiosa Bertolini -. E la prova della bontà di quello che stiamo facendo l’avremo tra poco. All’arrivo dell’autunno con le sue intemperie".