Reggio Emilia, 3 marzo 2022 - Alexander Gronsky condanna Putin, ma non noi. Il fotografo russo di fama internazionale è stato arrestato a Mosca domenica scorsa per aver protestato contro il regime russo. Oltre a subire una detenzione lunga dodici ore, ha visto la sua partecipazione al Festival di Fotografia Europea 2022 andare in fumo.
Signor Gronsky, nessun rancore quindi?
"Assolutamente. Mi aspettavo potesse capitare una cosa del genere. E sinceramente questa al momento è l’ultima delle mie preoccupazioni, ci sono problemi più gravi. D’altronde in questo frangente posso comprendere il forte slancio di avversione nei confronti di tutta la popolazione russa e della Russia in generale. Anche se, bisogna dirlo, come in ogni storia ci sono buoni e cattivi".
In questo momento chi sono secondo lei i cattivi?
"Condanno severamente Putin e il suo governo. È un atteggiamento da terroristi. Ma c’è ancora di peggio".
Cosa intende?
"La cosa peggiore è stato vedere una grandissima parte dei cittadini russi appoggiare questa follia e supportare Putin nel suo operato".
Come ha vissuto l’inizio della guerra?
" È stato un momento di grande choc per me e per tutte le persone che mi stanno intorno, nessuno pensava si arrivasse a tanto".
L’hanno arrestata come dissidente politico, durante l’arresto è successo qualcosa?
"No, per fortuna non mi hanno fatto alcun male. Ma non tutti possono dire di essere stati così fortunati".
Dopo la sua scarcerazione la realtà che si è trovato davanti come le è sembrata?
"Spaventosa. Non ci sono altri modi per descriverla, è davvero difficile trovare un altro modo per definire quello che al momento mi circonda. Le strade sono vuote. Tutte le persone con cui parlo o sono traumatizzate o sono nel panico".
Quando pensa che questa guerra possa giungere al termine?
"Sono convinto che ci vorrà ancora molto tempo: anni. Non voglio fare previsioni inutili, ma non sono l’unico ad avere una brutta sensazione. Tutti qui pensano che la situazione non farà altro che peggiorare".
In che modo?
"Precisamente non lo so. Forse, chissà, tra un anno o due invece che arrivare a una risoluzione, ci aspetterà un’ulteriore estensione del conflitto".
Crede, quindi, che Vladimir Putin abbia altre mire oltre l’Ucraina?
"Ne sono convinto, Putin sicuramente non si fermerà all’Ucraina. Deciderà di espandersi ancora e a quel punto il problema non sarà più solamente del popolo ucraino, ma di tutti".
All’Università Bicocca hanno detto che avrebbero cancellato il corso del professor Nori su Dostoevskij, pensa che sia giusto escludere la Russia dal panorama artistico-culturale, come hanno fatto con lei?
"Giusto o sbagliato, io lo capisco. Ora il sentimento condiviso da tutti è contro la Russia ed è paragonabile a una bomba che esplode, distruggendo e danneggiando tutti indiscriminatamente e indistintamente, senza fare alcuna differenza di torto o ragione".