ANTONIO LECCI
Cronaca

Follia, paura e danni al pronto soccorso di Guastalla

Uno straniero, ferito in una rissa, ha provocato terrore. Il reparto chiuso per ore

La porta sfondata del pronto soccorso

La porta sfondata del pronto soccorso

Guastalla (Reggio Emilia), 26 giugno 2023 – Minuti di pura follia. Sono quelli che poco dopo l’una della scorsa notte ha vissuto il personale del pronto soccorso dell’ospedale di Guastalla (foto), costretto a chiudere l’attività a causa di uno straniero di origine pakistana, residente a Novellara, il quale ha manifestato tutta la sua aggressività dopo essere arrivato alla struttura ospedaliera per medicare traumi lievi riportati in un violento diverbio alcuni connazionali, a Reggiolo.

Il personale dell’ambulanza della Croce rossa locale lo aveva raggiunto in un parco pubblico, ebbro e ferito. Scortata dalla polizia locale, l’ambulanza lo ha portato in ospedale. Ma in pronto soccorso è successo di tutto. Lo straniero ha iniziato a gettare all’aria tutto ciò che si è trovato di fronte, rompendo computer, attrezzature, apparecchiature sanitarie negli ambulatori. Poi all’ingresso del pronto soccorso si è armato di un grosso mattone da edilizia iniziando a inseguire il personale del reparto e i volontari Cri. Un fuggi fuggi generale incredibile, con il pakistano che colpiva ogni cosa che capitava a tiro, in particolare i vetri delle porte all’accesso e all’interno, prendendosela poi con l’ambulanza che era all’esterno, danneggiando irrimediabilmente il parabrezza. Sono arrivati i carabinieri, con due pattuglie, riuscendo a fermare lo straniero, usando spray al peperoncino. Solo quando è stato ammanettato, la situazione è tornata tranquilla. Intanto, il pronto soccorso ha dovuto chiudere l’attività fino al mattino, con i pazienti e le ambulanze dirottate verso l’ospedale di Reggio. I danni strutturali sono ingenti, per diverse decine di migliaia di euro. Lo straniero è stato arrestato per danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e altri reati al vaglio dei carabinieri e della magistratura. E dagli operatori arriva la richiesta di maggiore sicurezza: “Siamo a rischio ogni giorno. Ed è sempre peggio”, dicono.