
I Comuni della Val d’Enza e l’azienda sanitaria sono anche responsabili civili, il legale Fornaciari: "Gli imputati agivano a scopi egoistici" .
"Quattro imputati, Federica Anghinolfi, Francesco Monopoli, Imelda Bonaretti e Nadia Bolognini, sono risultati i motori principali dell’impostazione ideologica e operativa che il pm ha identificato come sistema Bibbiano". Ha esordito così ieri l’avvocato Mariano Rossetti, per la Regione costituita parte civile, precisando di riferirsi a un sistema "che nei suoi connotati patologici si è espresso solo nello specifico contesto locale" della Val d’Enza. L’avvocato ha approfondito l’aggravante della fidefacenza nei falsi sulle relazioni che lui suggerì al pm di inserire e che fu aggiunta nel dibattimento anche per evitare il rischio di prescrizioni. Dure le parole di Rossetti: "Volevano far emergere a ogni costo una verità storica coerente con le loro convinzioni. Tutto ciò in un contesto di totale sfiducia verso la magistratura". E ha negato che vi possano essere cause di giustificazione per il loro comportamento.
Un assunto sostenuto anche dall’avvocato Roberto Mariani dell’Ausl reggiana come parte civile: si è scagliato contro "l’apriorismo ideologico che sfiorava l’ossessione" e il voler far passare gli psicologi Ausl "incapaci di seguire i casi dei bambini e insensibili". Ha tuonato contro gli imputati "che avevano scopi egoistici, che hanno usato le vite degli altri come mezzi e avevano scopi di lucro". Ha osservato che ci sono anche imputati in servizio all’Ausl, "ma può accadere in tutte le professioni". E ha stigmatizzato "il tradimento della fiducia reciproca tra enti", ravvisando danni patrimoniali per 100mila euro. Parola a Valeria Miari, avvocato di parte civile per l’Unione Val d’Enza: "Da culla del Parmigiano Reggiano Bibbiano è diventata famosa per i rapitori dei bambini. Tutto ciò ha portato sfiducia nei fruitori verso l’ente pubblico". Il legale ha parlato di danni patrimoniali e anche morali "per offese ai dipendenti e ai sindaci, minacce agli assistenti sociali costretti a sprangare le porte, bigliettini minatori e pedinamenti". Ha chiesto i danni patrimoniali e non per il Comune di Montecchio l’avvocato Federica Ghesini (in sostituzione dell’avvocato Enrico Della Capanna). Ha rassegnato le conclusioni anche l’Unione Comuni modenesi area Nord (avvocati Riccardo Di Vizio e Annalisa Bertolini).
L’Unione Val d’Enza figura anche in veste di responsabile civile, cioè dovrà risarcire in caso di condanna degli imputati. L’avvocato Alessio Fornaciari per l’Unione ha sostenuto la mancanza del nesso di occasionalità necessaria: "Gli imputati volevano perseguire un fine egoistico, quindi l’ente non può essere chiamato a risponderne". Sulla scia l’avvocato Marco Ferretti che tutela l’Ausl reggiana: "Non si trattò di comportamenti che potevano essere previsti dall’Azienda, perché non si erano mai verificati prima. Inoltre le parti civili non hanno fornito la prova dei danni come commessi a loro discapito". L’avvocato Nicolò Zambelli ha discusso per l’Asp Carlo Sartori, codifesa dall’avvocato Gianni Zambelli: "Non si configura la responsabilità dell’ente di fronte ad azioni che avevano un fine privato; secondo noi non sussiste la responsabilità degli imputati, e se anche fosse riconosciuta, non si estenderebbe all’Asp". Da domani le arringhe delle difese dei 14 imputati.
al.cod.