
Il procuratore Paci al centro. A destra Ivano Maccani e a sinistra Massimo Zuccher
Reggio Emilia, 21 febbraio 2024 – Non più cancro ma malattia sistemica diffusa che mina la stabilità di tutta l’economia reggiana ed emiliana. Così il procuratore capo Calogero Gaetano Paci descrive le cartiere smantellate con l’operazione MineField ed altre in precedenza (ad es. Perseverance), e le centinaia di imprenditori che consapevolmente tramite esse compiono illeciti finanziari foraggiando la criminalità.
"Non soltanto un meccanismo consolidato finalizzato all’infiltrazione dell’economia, ma che sostanzia l’economia di questa terra e finisce per alterarla e condizionarla".
Ciò che ne deriva "non è soltanto un danno all’Erario e al sistema fiscale italiano ma un danno alla collettività. C’è anche una grave violazione di principi di concorrenza: la massiccia immissione denaro in nero altera il sistema economico e fa sì che l’imprenditore onesto che opera traverso il proprio talento, venga marginalizzato".
Il Procuratore rivolge anche un appello alle istituzioni: per realizzare queste indagini sono necessari personale, risorse e mezzi. In Tribunale, ad esempio, sono presenti solo tre Gip che hanno dovuto verificare le intercettazioni su centinaia di utenze (una spesa di 168mila euro, compensata dal sequestro di 10 milioni di euro e dai futuri provvedimenti di confisca).
Il generale Ivano Maccani (com. reg. Fiamme Gialle) aggiunge: "Quei soggetti non avrebbero mai potuto perseguire i loro obiettivi senza la compiacenza di professionisti e imprenditori che anziché denunciare la criminalità, preferiscono farci gli affari. Contaminano il territorio, non deve essere concesso loro spazio e giustificazione. A fronte di questi pochi, ci sono gli onesti con le cui organizzazioni abbiamo stretto patti e firmato protocolli, ci sono i sindacati per il problema delle coop spurie".
Se il colonnello Andrea Milani (com. prov. Arma) sottolinea il coordinamento tra le forze in campo (250 finanzieri e 80 carabinieri) e la capillarità della presenza sul territorio, il generale Massimo Zuccher (com. reg. Arma) commenta: "Qui dobbiamo ancora lavorar molto sulla cultura della legalità. Dobbiamo sensibilizzare professionisti, imprenditori, il cittadino: ricorrere a questi servizi è un danno alla collettività. Corriamo il rischio vedere spogliato progressivamente il territorio di quell’energia e dinamismo che fino ad ora l’ha caratterizzato".
Gli fa eco il colonnello Ivan Bixio (com. prov. GdF): "L’elemento preponderante dell’organizzazione era l’offerta a livello nazionale dei servizi. È un elemento che si sta consolidando sempre di più negli ultimi anni in Emilia".