Reggiolo (Reggio Emilia), 10 luglio 2020 – Come poteva essere prevedibile, è stata rinviata la procedura di sgombero della famiglia Pelizzola, a Brugneto di Reggiolo, prevista in mattinata in base a un’asta fortemente contestata dai possessori del fabbricato, oggetto di ricostruzione post terremoto a spese dello Stato, e al centro di una serie di verifiche e di ricorsi giudiziari che sono ancora ben lontano dall’essere definiti in modo chiaro.
Dunque, come procedere con uno sgombero coatto, oltretutto con normative ben precise che bloccano queste operazioni legate al post terremoto oltre che all’emergenza coronavirus? Notevole lo spiegamento di forze in carabinieri, polizia e soccorsi sanitari, ma con la presenza di alcune decine di persone arrivate in solidarietà con la famiglia Pelizzola. C’erano pure il parroco, don Francesco Avanzi, il sindaco Roberto Angeli, il parlamentare Daniele Pesco, l’imprenditore Sergio Bramini, autore di una legge contro gli sfratti facili, insieme agli avvocati dei Pellizzola, Angela Benedetti e Margherita Pellecchi.
Durante la fase di trattativa è stato necessario pure l’intervento dei soccorsi sanitari per un malessere passeggero che ha colpito la padrona di casa, Cristina Valenza, la quale non ha retto allo stress di questi giorni. Per fortuna si è ben presto ripresa, anche se la tensione resta altissima. Al momento, in accordo con prefettura e magistrato, le operazioni di sgombero sono rinviate (“per motivi di ordine pubblico”, (la motivazione ufficiale), probabilmente a settembre, anche se prima di agire si dovranno chiarire molti aspetti, in una vicenda ancora aperta, da valutare, tra perizie contestate, un’asta con presunti lati oscuri, un giudice ricusato e indagini ancora in corso.