Europee, il fortino rosso scricchiola. Pd, bene i big ma perde voti. FdI sale ancora, exploit dei Verdi

Nonostante l’erosione dei consensi, i dem primeggiano nel Comune e in provincia. Crollo della Lega

Europee, il fortino rosso scricchiola. Pd, bene i big ma perde voti. FdI sale ancora, exploit dei Verdi

Europee, il fortino rosso scricchiola. Pd, bene i big ma perde voti. FdI sale ancora, exploit dei Verdi

di Pietro Mecarozzi

Alla fine della corsa, lui "sta". E con circa 113mila preferenze, un risultato trionfale, il sindaco uscente di Firenze, Dario Nardella, stacca un biglietto di solo andata per il Parlamento europeo. Non è stato un plebiscito, ma alla fine non era neanche quello che cercava. Nardella è uscito dalla sua comfort-zone fiorentina, con il risultato che nella Circoscrizione Centro - dove era eleggibile - è stato secondo solo alla premier Giorgia Meloni e alla segretaria Pd Elly Schlein . Scrutini amari invece per l’eurodeputata uscente Beatrice Covassi (1.730 voti nel Comune di Firenze), e per il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo (747 voti), che non guadagnano il pass per Strasburgo. Il Pd dal voto europeo esce comunque senza più velleità di centralità, e ragiona sul possibile: è la prima forza nel Comune, dove ha ottenuto 64mila voti e il 35,61% delle preferenze, e la prima in provincia, dove i voti sono oltre 174mila e 36,57 la percentuale. Tornata vincente, valutata senza guardarsi indietro, che fa riflette, invece, se paragonata alle europee del 2014, dove il Pd prese nel Comune il 57,54%, e del 2019, dove uscì con un 43,7%. Alle politiche del 2002, invece, aveva riscosso il 30,4%.

Dove sono finiti questi voti? Al traguardo – sia in provincia, sia nel Comune – sono arrivati Fratelli d’Italia, al secondo posto, e Alleanza Veri e Sinistra (Avs), al terzo posto. E se sulla griglia di partenza, il partito di Giorgia Meloni era quantomeno atteso, l’exploit della federazione eco-progressista ha sorpreso tutti. Avs sul territorio fiorentino ha guadagnato 19mila voti (10,9%), e in provincia 45mila voti (9,43%). Un record se si considera che cinque e dieci anni fa nemmeno esisteva. FdI invece si piazza al 22,47% in provincia, con 107mila persone circa che l’hanno votato, e al 20,82% con oltre 37mila preferenze nel Comune di Firenze. Numeri importanti, che si possono condensare in una strategia molto semplice: colpo, dopo colpo, i fortini rossi cederanno spazi, voti, posti apicali. Meloni ha bisogno di contare, anche al centro, dove cinque anni fa arrivò al 5,25% e dieci anni fa a un misero 3,53%. Metre nelle politiche del 2022, riscosse il 19,6% delle preferenze.

Tra le fila del partito di governo, secondo gli ultimi dati, dovrebbe quasi sicuramente andare a Strasburgo Francesco Torselli (2.300 voti fiorentini, oltre 4mila in provincia), tagliato fuori invece Manuel Vescovi (194 voti in città, 459 in provincia). Escluso, per il momento, anche Jacopo Ferri di Forza Italia (185 voti fiorentini), con la formazione di Antonio Tajani che dal Comune raccoglie il 5,06% (contro il 5,51% del 2019 e il 10% del 2014) e in provincia prende il 4,92%, contro il 3,5% delle politiche del ’22. Resta fuori anche Matteo Renzi: la lista “Stati Uniti d’Europa”, formata da Più Europa e Italia Viva, si è fermata al 3,8 per cento, mentre Azione di Carlo Calenda al 3,4 per cento. Nel Comune di Firenze la coalizione Renzi-Bonino – quarta forza in classifica – ha riscosso l’8,18% con 14.717 voti, di cui oltre 6mila solo all’ex premier.

Si potrebbe godere, in base a dove verrà ‘confermato’ Vannacci, che ha corso in tutte le circoscrizioni, l’esperienza da parlamentare europea la leghista Stefania Ceccardi, che può vantare 860 voti sul Comune e 2487 in provincia. Il Carroccio ha comunque poco da esultare: la spinta del leader Matteo Salvini è finita, e se nelle scorse elezioni europee dall’1,73% del 2014 è passato al 20,26% del 2019 (con un 3,7% nelle politiche del 2022), oggi la frenata è brusca, con un voto comunale bloccato al 4,12% (poco più di 7mila voti) e quello provinciale che scende al 4,6% (circa 22mila voti). Calo anche del M5s, che nel Comune passa dal 9,75% del 2019 al 6,55% di oggi (circa 7mila voti in meno)