A fuoco la casa natale di don Pasquino Borghi, in via Franchetti; ricoverato in ospedale un 66enne custode dell’edificio colonico e che lì abita. Il rogo è scoppiato poco prima delle ore 22 di mercoledì, per cause riconducibili all’accidentale esplosione di una bombola di gas collocata presso la cucina per alimentare i fornelli. Le fiamme sono divampate subito molto prepotenti: il 66enne si trovava all’interno dell’immobile ed è rimasto intossicato in modo non grave a causa del fumi tossici respirati. Sul posto sono arrivati automedica ed ambulanza, che hanno traportato l’uomo all’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio per accertamenti clinici; per fortuna non è stato necessario il trattamento in camera iperbarica. In via Franchetti sono arrivati i carabinieri di Montecchio per le indagini del caso, e quattro squadre di vigili del fuoco che hanno lavorato per varie ore per domare le fiamme e spegnere ogni focolaio.
L’immobile - un monumento della Guerra di Liberazione in Val d’Enza - è stato dichiarato momentaneamente inagibile; ha riportato danni ancora in corso di quantificazione. Nell’antico casolare di via Franchetti il 26 ottobre 1903 è nato uno dei simboli della Resistenza reggiana: don Pasquino, "animatore ardente dei primi nuclei partigiani… La sua casa fu asilo ad evasi da prigionia tedesca e scuola di nuovi combattenti della libertà. Imprigionato dal nemico, sopportò patimenti e sevizie, ma la fede e la pietà tennero chiuse le labbra".
Venne fucilato il 30 gennaio 1944. Sulla facciata del casolare andato a fuoco è posta una targa che ricorda il sacerdote "Partigiano della Carità", come lo definì don Giuseppe Dossetti nel 1988 a Cavriago in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria.
Francesca Chilloni