Reggio Emilia, 2 febbraio 2022 - Saranno celebrati domani i funerali di Elena Russo, la 21enne morta domenica sera a San Bartolomeo in un tragico incidente stradale, a bordo di una Fiat Punto della pizzeria per cui lavorava. L’ultimo saluto sarà alle 14,50 partendo dalla camera ardente di Coviolo in direzione via Fratelli Rosselli, dove si svolgerà il rito funebre alla chiesa di San Giuseppe, prima della sepoltura al cimitero di Rivalta.
E’ arrivato così il via libera dalla Procura – con le indagini coordinate dalla pm Laura Galli –, da cui comunque non trapelano ulteriori dettagli su quanto sia accaduto a Russo. Dai primi riscontri la ragazza domenica verso le 20 percorreva via Tirabassi in direzione dell’abitato di Castelbaldo, poco prima di San Rigo. Un tratto di strada buio, in cui ad un avvallamento segue una semicurva, spesso attraversata da animali; non è chiaro cosa abbia fatto perdere il controllo del mezzo (l’ipotesi malore verosimilmente è stata scartata), ma di certo la Fiat Punto su cui viaggiava Elena si è ribaltata, e la ragazza è morta sul colpo.
Maggiori certezze invece le hanno i sindacati, che sono insorti dopo la tragedia: "Non si può morire per una pizza calda – tuona Domenico Chiatto, segretario Cisl Emilia Centrale -. C’è un mercato del lavoro, che è quello di chi consegna cibo a domicilio, che è ancora privo di regole adeguate". Per i sindacati si tratta di un chiaro incidente sul lavoro, visto che la ragazza effettuava consegne a domicilio per la ‘Pizza Re’ snc’ di via Martiri della Bettola. Il locale peraltro è rimasto chiuso nei giorni successivi per lutto, con i proprietari che hanno ribadito di essere sconvolti e senza parole.
"Il lavoro su strada, tra l’altro spesso con mezzi inadeguati o su strade che necessitano di essere messe in sicurezza, rappresenta uno degli ambiti più a rischio per gli infortuni sul lavoro – prosegue Chiatto -. Nello stringerci nel dolore alla famiglia di Elena, come Cisl ci chiediamo come è possibile che in una società moderna e civile possiamo accettare che i ragazzi giovani siano messi in strada con l’obiettivo di una pizza calda".
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Sindacato Generale di Base: "Elena è morta in un incidente stradale; è morta di un lavoro precario, senza tutele, sfruttata e per pochi euro. Elena è l’ennesima morte bianca, l’ennesima tragedia sul lavoro che ingoia vite giovani e meno giovani al ritmo di tre al giorno. E tutto in nome di un profitto senza scrupoli". Il sindacato punta il dito contro "il silenzio del governo e delle istituzioni rispetto a migliaia di giovani costretti a ad accettare lavori a condizioni inumane. Così non si salvaguarda il futuro dei nostri figli, dei nostri giovani, con l’illusione che un ‘lavoretto’ senza diritti, ferie, malattia, contributi e magari in nero è molto meglio che ‘non avere nessun lavoro’ o con la promessa che l’alternanza scuola lavoro è una garanzia per la crescita. Ma la vita viene prima di tutto. Non si può morire di lavoro per pagarsi gli studi".