MANUEL SPADAZZI
Cronaca

L’educatore Cl arrestato nega la violenza sessuale: attesa per l’interrogatorio

L’avvocato di Davoli: "Con la ragazzina rapporti consenzienti. II carcere una misura ingiustificata, chiederemo i domiciliari". Cl l’ha sospeso da ogni incarico: era stato lui a informarli dell’indagine

L'educatore Cl Andrea Davoli a sinistra. A destra l'avvocato Liborio Cataliotti

L'educatore Cl Andrea Davoli a sinistra. A destra l'avvocato Liborio Cataliotti

Reggio Emilia, 21 agosto 2023 – Sarà interrogato a giorni (probabilmente già domani o mercoledì) Andrea Davoli. È Il 52enne educatore di Comunione e Liberazione e insegnante di religione fino a giugno in un istituto superiore della città arrestato per aver fatto sesso con una 14enne.

Davoli, reggiano come la ragazzina, deve rispondere di atti sessuali con una minorenne, reato aggravato dal fatto che fosse suo precettore. Il loro primo rapporto l’hanno avuto a Rimini in aprile, in occasione degli esercizi spirituali di ’Gioventù studentesca’.

Durante il ritiro spirituale, l’educatore, approfittando di un momento di debolezza della ragazzina in lacrime per una incomprensione con un coetaneo, l’avrebbe spinta ad avere un rapporto. La stessa cosa sarebbe avvenuta in altre circostanze a Reggio Emilia dopo gli incontri del gruppo di preghiera o dopo la scuola. Fino a fine maggio. La loro relazione era partita nel dicembre 2022, con un bacio. Quando Davoli ha capito di essere indagato, si è rivolto all’avvocato Liborio Cataliotti. E fin dai primi colloqui con il suo legale, ha assicurato che "i rapporti sessuali tra me e la ragazza erano consenzienti. Non l’ho mai costretta con la forza, né violentata".

Una versione rafforzata dal suo avvocato. "Quando è venuto da me gli ho chiesto subito di essere trasparente e sincero. Lui non ha smentito la relazione con la ragazza, ma ha assicurato di non aver mai usato inganni o costrizioni, né l’hai mai violentata. E dice di non aver mai abusato della sua posizione".

Per il legale di Davoli si tratta di "una vicenda dove il confine tra lecito e illecito è davvero labile. Lui si è invaghito della ragazza, ma non l’ha mai costretta a fare nulla. Al di là delle questioni morali: se non fosse stato suo precettore, se i genitori non avessero affidato la ragazza a lui durante i ritiri spirituali, non ci sarebbe il reato".

Secondo il gip che ha firmato l’ordinanza Davoli avrebbe potuto ripetere il reato. Ci sarebbe, secondo il magistrato, pericolo concreto e attuale che l’indagato commetta nuovamente delitti della stessa specie oltre alla "incapacità di autocontrollo della libido e degli impulsi sessuali anche verso minori". Nel disporre così il carcere, il Tribunale di Rimini ha anche dichiarato anche l’incompetenza territoriale, trasferendo l’inchiesta a carico di Davoli all’autorità giudiziaria di Reggio Emilia.

Cataliotti ancora attende gli atti, ma ha già chiara la linea difensiva. "Intanto chiederemo al giudice di concedere almeno gli arresti domiciliari. Il carcere è una misura ingiustificata, non c’è pericolo di reiterazione. Da giugno Andrea era dai genitori a Caorle (dove è stato arrestato) su mio consiglio. Non è scappato. Da allora non ha più avuto alcun contatto con la ragazza. E Cl l’ha sospeso da tempo da qualsiasi incarico. È stato lo stesso Andrea, quando ha capito di essere indagato, a informare l’organizzazione di Comunione e Liberazione".

Non risultano contestati (almeno per il momento) a Davoli episodi con altri minorenni.

L’indagine che ha fatto scattare sabato l’arresto, coordinata dal sostituto procuratore di Rimini Davide Ercolani, si è basata fin qui sulle accuse della ragazza, ascoltata in audizione protetta (a fine maggio), e sulle dichiarazioni dei familiari e di un’amica, interrogati dai carabinieri.

Era stata una delle sorelle della 14enne a scoprire la relazione con Davoli, dai messaggi trovati sul telefonino. Col padre della ragazza che chiedeva spiegazioni Davoli avrebbe ammesso: "Sono malato, devo farmi curare". Una frase cristallizzata in una intercettazione telefonica.