REDAZIONE REGGIO EMILIA

Duemila contratti in meno. Il trimestre nero dell’estate. Crollano i contratti nei servizi

Secondo la Camera di Commercio ci sarà un 14,7% di calo rispetto allo stesso periodo del ’23. Ma nelle aziende continua la ricerca disperata di alcune professioni che non si trovano.

Secondo la Camera di Commercio ci sarà un 14,7% di calo rispetto allo stesso periodo del ’23. Ma nelle aziende continua la ricerca disperata di alcune professioni che non si trovano.

Secondo la Camera di Commercio ci sarà un 14,7% di calo rispetto allo stesso periodo del ’23. Ma nelle aziende continua la ricerca disperata di alcune professioni che non si trovano.

Ben 2.050 contratti in meno attivati nel trimestre luglio-settembre di quest’anno, con figure professionali che per certi settori risultano ormai introvabili secondo la rilevazione fatta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati forniti da Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il totale dei nuovi contratti attivati nell’arco degli ultimi tre mesi dalle imprese reggiane è 11.850, in calo del 14,7%, rispetto allo stesso periodo nel 2023. "Le attivazioni previste si concentreranno per il 60,9% nel settore dei servizi, che pur mantenendo il primato conta 7.220 nuovi contratti, -16,4% rispetto al triennio luglio-settembre 2023" si legge nel report.

"La voce più importante è quella dei servizi alle imprese, con 2.400 nuovi contratti (-16,7 %) – prosegue – seguita dai servizi di alloggio e ristorazione con 1.850 (-19,2%), dal commercio con 1.670 (-16,1%) e dai servizi alle persone con 1.290 (-12,8%)". Un segno meno che quindi interessa anche il settore del commercio, che da tempo lancia allarmi di sofferenza e di desertificazione dell’offerta, soprattutto in centro storico.

I nuovi contratti nel settore industriale sono invece 4.630, in calo del 12%, di cui la quasi totalità nell’industria manifatturiera e 990 nelle costruzioni.

"Nel 27% dei casi – aggiunge la Camera di Commercio – i nuovi contratti sono a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% sono a termine".

Delle 3.910 attivazioni nel mese di luglio l’11,8% ha riguardato candidati con titolo di laurea e di Its, il 28,6% diploma di scuola media superiore, il 39,4% qualifiche di formazione o diploma professionale.

"Persiste il gap tra offerta e domanda di lavoro – puntualizza il report –. Nel 55% dei casi le imprese prevedono di incontrare difficoltà nel trovare i profili professionali desiderati, per i quali nel 61% dei casi è richiesta esperienza professionale specifica".

In particolare sul podio dei profili più difficili da individuare troviamo per primi i tecnici della salute (90,4% dei casi), tecnici della sicurezza e della protezione ambientale (85,0%) ingegneri (76,2%). Se spostiamo il focus sulle tipologie di servizi che più faticano a trovare personale qualificato, di nuovo la stima più alta riguarda quelli sanitari e sociali (75,7%), seguono i servizi personali (62%) e quelli della cura estetica (61,5%).

Lato operai, la carenza maggiore riguarda gli addetti alle rifinitura delle costruzioni (90,5% dei casi), quelli specializzati in installazione e manutenzione delle attrezzature elettriche ed elettroniche (77,4%), oltre ai fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e montatori di carpenteria metallica (77,3%).