ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Dossieraggio, a Reggio Emilia una delle basi: chi è l’imprenditore arrestato

Giulio Cornelli “tra i capi dell’organizzazione”. Maxi inchiesta, scoperta un’associazione a delinquere: accessi abusivi alle banche dati istituzionali. Indagati altri tre in città. L’accusa: “Un finanziere prendeva 1.300 euro al mese per dare informazioni”

L'imprenditore, 38 anni, viene definito dal gip di Milano tra gli "assoluti protagonisti operativi dell’organizzazione"

Accessi abusivi a banche dati istituzionali e protette

Reggio Emilia, 28 ottobre 2024 – Un’associazione a delinquere che avrebbe operato dietro lo schermo della società Equalize srl di Milano anche per accessi abusivi a banche dati istituzionali e protette.

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Tra quelle violate, lo Sdi (istituito al ministero dell’Interno) a cui accedono le forze dell’ordine: gli inquirenti hanno riscontrato centinaia di accessi ritenuti abusivi. Sul versante Equalize, si individua un reggiano, Giulio Cornelli, 38 anni: lui, Carmine Gallo e Nunzio Calamucci, più Massimiliano Camponovo (partecipe), vengono definiti dal gip di Milano “assoluti protagonisti operativi dell’organizzazione”, “autori prevalenti degli accessi abusivi” e “unici effettivi detentori dei rapporti con la clientela e dei canali di accesso ai dati costituiti dai pubblici ufficiali a essi legati da rapporti corruttivi”: rapporti che il reggiano Cornelli teneva con Giuliano Schiano, finanziere in servizio alla Dia di Lecce.

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Cornelli, Gallo, Calamucci e Camponovo sono ora ai domiciliari con braccialetto elettronico: per Cornelli l’arresto è scattato venerdì sera nella sua casa in città da parte dei carabinieri della Dia di Milano. Ha avuto una perquisizione domiciliare e un’altra nella Dag srl in via Gandhi 20, di cui è amministratore unico, ora sottoposta a sequestro preventivo.

La Equalize faceva capo a Enrico Pazzali, presidente del cda e a Gallo, socio di minoranza; la Mercury advisor a Camponovo e Calamucci, la Dag a Cornelli: sedi diverse “ma di fatto tutte operative alla Equalize di Milano, unite da fatturazione incrociata per ripartire i proventi illeciti”. Sono indagati altri tre reggiani: due donne (nate nel 1973 e nel 1995) e un uomo (1979) residenti in città. Cornelli, Gallo e Calamucci sono inquadrati come “promotori e organizzatori” dell’associazione a delinquere: avrebbero coordinato anche “i pubblici ufficiali a loro legati da un rapporto corruttivo”.

Per Cornelli e altri si ravvisano i gravi indizi anche per accesso abusivo a sistemi informatici pluriaggravato e intercettazione illegale. Da una captazione tra Calamucci e Camponovo incentrata su come mimetizzare le notizie estrapolate dallo Sdi (14 ottobre 2022), emerge un report che Cornelli avrebbe fatto su Roberto Arioli, 50enne nato a Bologna ex manager della società Artoni trasporti di Guastalla, poi membro di Tema sinergie di Faenza. Sia lui, sia i vertici della ditta di Guastalla, tra cui Anna Maria Artoni e il padre Luigi, oltre ai membri di Tema, furono il 5 ottobre 2022 al centro di consultazioni. Ai pubblici ufficiali si contestano la corruzione e la rivelazione di segreti d’ufficio.

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Nell’ordinanza si ripercorrono un incontro a Lecce nel febbraio 2023 tra Cornelli e il finanziere Schiano e un altro a Bari il 5 ottobre 2023: dalle intercettazioni gli inquirenti ricostruiscono che il gruppo di Milano avrebbe dato a Schiano 1.300 euro al mese per il servizio di fornitura Sdi, con aumento di 100 euro.

L’avvocato Giovanni Tarquini, che difende Cornelli, critica le modalità con cui la Procura di Milano ha illustrato l’operazione: “È un’indagine molto complessa. Deve valere per tutti il principio della presunzione di innocenza: dal 2021 riguarda anche le modalità di comunicazione pubblica degli inquirenti, che non devono presentare le accuse come una verità già definitiva.Tutte le contestazioni andranno chiarite parola per parola”.