Reggio Emilia, 22 dicembre 2024 – Due vite ingoiate dal groviglio di lamiere in un fazzoletto d’asfalto. Prima la morte del 28enne Alan Baisi, poche ore dopo non ce l’ha fatta neppure Vittorio Costi, 83 anni. Un bilancio doppiamente tragico quello del terribile scontro fra la Mini Cooper guidata dal giovane e il Ducato condotto dall’anziano avvenuto venerdì sera, intorno alle 20,30, in via Tirabassi a San Bartolomeo. Il ragazzo è deceduto sul colpo. L’uomo era stato invece trasportato con l’elisoccorso all’ospedale Maggiore di Parma in condizioni disperate. Nella prima mattinata di ieri, il suo cuore ha cessato di battere.
La dinamica
Stando alle prime ricostruzioni del nucleo anti-infortunistica della polizia locale del comando di via Brigata Reggio, ad invadere la corsia opposta al naturale senso di marcia sarebbe stato il giovane. La velocità registrata dai rilievi sarebbe stata elevata complice anche la fase conclusiva di un sorpasso appena effettuato. Il furgone si è trovato di fronte la vettura e l’impatto dagli effetti devastanti e poi rivelati fatali, è stato inevitabile.
Il giovane
Baisi, classe ’97, era nato a Montecchio, ma cresciuto a Bibbiano. Padre di quattro figli avuti da due compagne diverse, faceva il verniciatore in proprio con partita Iva – soprattutto di auto e moto, che erano la sua grande passione (in passato aveva lavorato come meccanico) e da qualche tempo, dopo un periodo vissuto a Montecavolo, abitava in via Guittone d’Arezzo, in città, con la sua famiglia. Oltre ai bambini e alle mamme, lascia nel dolore i genitori e il fratello Alex. Aveva avuto di recente qualche problema con la giustizia, patteggiando una pena di 2 anni e 8 mesi nel 2022 per aver speronato una gazzella dei carabinieri, ma gli amici – come Chiara Matera ("Mi si è gelato il sangue quando ho saputo della notizia, siamo cresciuti insieme", le sue prime parole) e uno dei suoi best friend, Michael Ledda – lo descrivono come "un ragazzo buono come il pane". Quest’ultimo in particolare racconta: "Una persona così nella mia vita non l’avevo mai incontrata, gli devo tanto, mi ha insegnato a lavorare e se sono ciò che sono è grazie a lui. Gli ho anche dedicato una canzone, il rap è la mia passione". Straziante anche il ricordo di Stefania Jade De Bartolo: "Alan ma sei impazzito? Dove stai andando? Ma ti pare mettere al mondo una squadra di calcetto di bambini e poi andarsene così? E come farà adesso la tata da sola coi pargoli? Ma poi fammi capire, come hai fatto tu che alla guida sei meglio di Schumacher, a mollarci così un venerdì sera di dicembre? Torna indietro subito, adesso ci svegliamo ed è stato solo un brutto sogno. E tu ci sei ancora...".
L’altra vittima
Costi, nonostante l’età, era giovane dentro e attivissimo. Era uno dei più noti apicoltori reggiani. Le api erano la sua vita. "Usciva solo il venerdì sera – racconta in lacrime Lorenzo, uno dei figli – E stava andando a giocare a pinnacolo a Rivalta, ogni tanto si cimentava anche con le bocce assieme ai suoi amici. Era buono come il pane e generoso". Oltre a Lorenzo, Vittorio lascia la moglie Pierina con la quale abitava a Cella e gli altri figli Roberto e Vania oltre all’adorata nipote Pamela alla quale stava insegnando i trucchi del mestiere da qualche anno dopo che era entrata in società nell’azienda apicoltura L’Olmo a Roncocesi. Fino a tre anni fa con lui c’era Michela Colombo: "Da lui ho imparato tutto – ci racconta – Ho un grande debito di riconoscenza nei suoi confronti, così come tanti che da lui hanno appreso i segreti di questo mestiere". Costi è stato tra i soci fondatori storici dell’associazione apicoltori di Reggio e Parma, nella quale era appena tornato nuovamente a sedersi nel consiglio. "Era e sarà per sempre un maestro, aveva un’energia invidiabile. Sincero e sempre schietto, ci ha aiutato a crescere. Seguiremo il suo esempio di mantenere sempre vivo il confronto per migliorare in maniera costruttiva", lo ricorda il presidente Roberto Reggiani. Costi faceva parte anche di Confapi: "Era tra i soci più antichi, era molto legato al mondo della cooperazione e ne incarnava perfettamente lo spirito e i valori. Era un cooperatore, proprio come le sue amate api", dice il presidente Giorgio Baracani.