Reggio Emilia, 14 settembre 2024 – Alla domenica mattina celebra la messa, al pomeriggio indossa le scarpe coi tacchetti e scende in campo con la squadra di calcio del paese. Don Francesco Ametta, 29 anni, è prete e attaccante goleador di San Martino in Rio, paese della bassa reggiana dov’è vice parroco e gioca nella locale Sammartinese in Promozione. Mercoledì scorso ha esordito in Coppa Italia di categoria, segnando pure un gol.
Don Francesco, non si può dire che il calcio non sia la sua seconda fede.
“Sì, ma giocare è una parola grossa...”.
Beh, in Promozione ci sono già atleti di buon livello.
“Ho sempre giocato a calcio fin da ragazzino, ero già arrivato in questa categoria e questo mi ha aiutato. Poi nel 2019 ho dovuto smettere”.
… è arrivata la convocazione più importante, quella del Signore.
“Esatto, è arrivata la vocazione. Sono entrato in seminario a Reggio Emilia per sette anni, nel 2022 sono stato ordinato sacerdote e mandato a San Martino in Rio come vice parroco”.
E qui ha ripreso in mano l’altra sua passione: il pallone.
“A novembre dell’anno scorso ho chiesto alla Sammartinese se potessi allenarmi con la squadra qualche volta giusto per tenermi in forma. Quest’anno invece mi hanno tesserato e ho cominciato fin da subito ad allenarmi”.
E mercoledì ha debuttato in gara ufficiale. E ha pure fatto gol, è il primo da sacerdote?
“Sì, e dire che non mi aspettavo neppure di giocare titolare”.
Come l’hanno accolta i compagni di squadra? Nel mondo del calcio spesso volano parolacce e blasfemie...
“Con grande rispetto. Quando scappa qualcosa sopra le righe, ovviamente li riprendo. Ma in generale lo spogliatoio lo vivo molto bene, il calcio è una grande metafora della vita: il gruppo affronta le difficoltà come fa una comunità”.
E chi degli avversari sa che è un prete?
“La battuta più ricorrente, magari per recriminare un fallo, è “Tu non puoi dire le bugie”...”.
Insomma, è anche padre spirituale. La Chiesa invece come l’ha presa?
“Come un’opportunità, credo sia pastorale anche questa. Il calcio è sempre stato incontro, socialità e dialogo”.
La domenica è il giorno del Signore, ma anche delle partite di campionato, come farà con la Messa?
“Il cuore della domenica è la celebrazione della Messa, quando riuscirò andrò anche a giocare”.