ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

“Vi farò diventare orfane”, la figlia chiama i carabinieri di Brescello (Reggio Emilia) e lui finisce in carcere

Un uomo di 48 anni non sopportava che la moglie avesse trovato un lavoro e la minacciava In aula scoppia a piangere e chiede scusa: “Ho problemi mentali e ho scordato le medicine”

La figlia salva la madre chiamando i carabinieri di Brescello

La figlia salva la madre chiamando i carabinieri di Brescello

Brescello (Reggio Emilia), 20 settembre 2024 – Ha scritto alla figlia più grande: “Vi farò diventare orfane”. E poi: “Taglierò la testa a vostra madre”. Tanto avrebbe minacciato un uomo di 48 anni, che non si rassegnava al fatto che la moglie avesse trovato dapprima un lavoro e poi gli avesse annunciato di volersi separare da lui. Una volta che le figlie erano diventate grandicelle, la donna aveva trovato un’attività, che esercita da qualche anno.

Ma, a detta di lei, il marito non avrebbe accettato questo cambiamento: avrebbe iniziato così a manifestare gelosia controllandole il cellulare e chiedendole insistentemente dove andasse. L’avrebbe anche aggredita fisicamente, dandole calci alle gambe che le avrebbero lasciato lividi visti pure dalle figlie.

Lei ha poi deciso di sporgere denuncia per i presunti episodi subiti dal 2020 al 2024: a seguito dei primi accertamenti, per l’uomo era stato disposto l’allontanamento dalla moglie, misura cautelare in seguito alla quale lei è andata a vivere da una parente con la figlia più piccola e lui era rimasto nella casa coniugale con quella più grande. Il pubblico ministero Maria Rita Pantani aveva chiuso le indagini preliminari all’inizio dell’estate, ma poi le condotte borderline sono tornate a susseguirsi: negli ultimi tempi, oltre a spedire messaggi inquietanti alla figlia maggiore, il 48enne si presentava sotto casa della parente della moglie perché voleva tornare con lei.

Finché, martedì, in un paese della Bassa, si è verificato un episodio per il quale sono scattate le manette: poiché la moglie gli aveva fatto sapere che voleva separarsi, lui ha manifestato rabbia in modo violento. Dentro la casa coniugale, ha spaccato mobili e specchi, distruggendo le suppellettili: una furia immortalata anche nelle fotografie che la Procura ha depositato in tribunale. Vedendo il padre con il martello in mano, la figlia maggiore si è spaventata e ha chiamato i carabinieri di Brescello, che sono accorsi e lo hanno arrestato e accompagnato in carcere, in assenza di un domicilio alternativo.

Per lui il pm Pantani ha chiesto di aggravare la misura cautelare in un allontanamento dalla donna ad almeno 50 chilometri oltre all’applicazione del braccialetto elettronico; in subordine, in assenza di una dimora idonea, i domiciliari. L’uomo è comparso ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Silvia Guareschi: difeso di fiducia dall’avvocato Maurizio Attolini, ha risposto alle domande, chiedendo perdono e scoppiando in lacrime. È emerso che lui, dopo il periodo Covid, ha manifestato un disturbo di personalità per il quale ora è seguito dal Centro di salute mentale, e che quest’estate è andato nella sua regione di origine per sottoporsi alla visita da un neurologo.

Lui ha spiegato che ultimamente dimenticava di prendere i medicinali o lo faceva in ritardo, per cui era di umore più instabile. Ha ammesso le minacce e ha detto in lacrime di aver chiesto scusa su Instagram alla moglie e alle figlie. Ha però negato di averla picchiata se non in un caso isolato, in aprile, quando le diede uno schiaffo durante un litigio. L’avvocato Attolini si è detto favorevole alla misura dell’allontanamento con braccialetto elettronico (andando ai domiciliari in un’altra regione dalla madre in attesa che sia disponibile il dispositivo), chiedendo però che sia diminuita la distanza chiesta dal pm, perché lui è incensurato e lavora come operaio a tempo indeterminato in un’azienda della zona e vuole contribuire al mantenimento delle figlie; in subordine il legale ha domandato i domiciliari dalla madre. Il giudice si è riservato la decisione.