"Dire ’no’ alla diga di Vetto è pura ideologia politica"

Ieri l’incontro sul progetto dell’invaso da 150 milioni di metri cubi mai realizzato "I vantaggi sarebbero evidenti in termini di salute e prevenzione ambientale".

"Dire ’no’ alla diga di Vetto è pura ideologia politica"

Ieri l’incontro sul progetto dell’invaso da 150 milioni di metri cubi mai realizzato "I vantaggi sarebbero evidenti in termini di salute e prevenzione ambientale".

"Tra Reggio e Parma abbiamo l’oro che scorre in valle, ma viene buttato. Per ideologia politica si dice no alla diga di Vetto". Ha esordito così, Lino Franzini, presidente del Comitato a sostegno dell’invaso "da 150 milioni di metri cubi" e candidato a Parma alle regionali per la presidenza di Elena Ugolini, nell’incontro che si è tenuto ieri a Brescello, organizzato anche dal comitato di Lentigione e moderato da Alessandra Codeluppi del Carlino. "Nel 1992 - ricorda - il ministro Carlo Ripa di Meana, un vero ambientalista, scrisse alla Regione che i lavori della diga dovevano riprendere, ma non fu fatto".

Sul futuro della frazione di Atticola, dice che "verrebbe sommersa da qualsiasi diga: è sul letto del torrente". E sulla cancellazione della strada per Ramiseto, ribatte che "il piano prevedeva una via nuova che partiva dal cimitero di Vetto".

Ha proiettato foto recenti: "Briglie ribaltate da 30 anni, di competenza della Regione e di Aipo, mai rifatte. L’Enza a Cecciola è entrato nel bosco, travolge alberi e li sta portando a valle. Presto li rivedrete a Lentigione e a Sorbolo".

Parola a Luciano Catellani, pure lui candidato della lista Ugolini, allevatore di vacche rosse e consigliere della Bonifica Emilia centrale: "Siccità e alluvioni sono collegate. Ci vuole la diga da 150 milioni di metri cubi, più 30 di laminazione per garantire la sicurezza dei territori a valle". Quali vantaggi apporterebbe? "Prima di tutto la salute. Iren preleva dalle falde acqua con nitrati cancerogeni. È vero che il limite previsto è di 50 milligrami a litro, ma a Reggio il 70% dei comuni eroga acqua con oltre 20 milligrammi. A Vetto, invece, c’è un solo milligrammo".

Elenca poi benefici per l’agricoltura ("Si farebbe un tubo a pressione: la zona pedecollinare sarebbe irrigata a gettone senza consumare carburante"), oltre alla possibilità di "fare una centrale idroelettrica da oltre 100 milioni di kilowatt che darebbe luce a tutto il comprensorio". Ambientalisti e M5s, alleati col Pd, propongono alternative: "Ma facendo tanti laghetti si spenderebbe molto di più e in pianura, d’estate, vi sarebbe solo ristagno".

Il geologo bolognese Riccardo Galassi ha citato documenti della Regione: "Dagli studi pubblicati dagli anni Duemila, emerge che eravamo in grado di mitigare qualsiasi tipo di alluvione". "Non esistono studi che dicano dove possano rompersi gli argini datati 60-70 anni. Finora nessun tecnico della Regione mi ha smentito": Mario Walter Mauro, ex ministro della Difesa del governo Letta, è il coordinatore regionale della lista Ugolini.

In passato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi si era detto favorevole a un invaso a Vetto. Incalzato sulla volontà di dialogare in modo bipartisan su questi problemi, Mauro ribatte: "Non sono per l’approccio da tifoserie contrapposte, ma ora Michele De Pascale, che si è alleato col Movimento 5 Stelle, con quale capacità politica potrà decidere?".