
Foto d’archivio. Una delle manifestazioni a favore della realizzazione della diga
L’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, che ha ricevuto il mandato di realizzare uno studio di fattibilità sulla diga di Vetto, conferma che il progetto dell’opera sarà consegnato entro metà del prossimo dicembre. Ma solo "se le risorse stanziate saranno sufficienti". "Al momento della candidatura degli interventi si era tenuto conto degli elaborati previsti dal vecchio codice dei contratti – spiega il segretario generale dell’ente Alessandro Bratti –. I contenuti previsti dal nuovo codice per la redazione del progetto sono di maggior dettaglio rispetto a quelli richiesti in passato e prevedono numerosi elaborati aggiuntivi". Bratti auspica quindi "un rapido incontro con il Ministero e le altre Autorità di bacino distrettuali per confrontarsi proficuamente sullo sviluppo dell’iter procedurale e sulle modalità di risoluzione di eventuali e risolvibili criticità".
Un quadro preciso dei costi si avrà comunque solo dopo la prima fase della progettazione, ora in corso. Per la diga della val d’Enza, così come per le altre due opere strategiche di cui l’Autorità sta studiando la realizzazione (un invaso per la valle del Lanzo e un intervento strutturale contro la risalita del cuneo salino nel distretto), sono previste due fasi. La prima per redigere il Docfap (documento fattibilità alternative progettuali), finanziato dalla Regione con 300mila euro e dai due Consorzi di bonifica “Parmense” e reggiano “Dell’Emilia centrale” per altri 200mila euro. Questo documento sulle diverse possibilità praticabili dovrebbe essere pronto per maggio. Seguirà la progettazione del Pfte, finanziato per 3,2 milioni di euro dal Governo. "Conclusa la prima fase – puntualizza l’Autorità – sarà necessario poter contare su sufficienti risorse per procedere nella progettazione".
"L’accelerazione che il ministro delle Infrastrutture Salvini vuole dare alla realizzazione della diga di Vetto è molto importante. Speriamo che la Regione non perda un’opportunità fondamentale per le Province di Reggio Emilia e Parma" affermano i consiglieri regionali Elena Ugolini e Marco Mastacchi. "Attualmente la realizzazione del documento per definire le alternative progettuali (Docfap) è stata affidata con un bando alla ditta Di Giuseppe di Chieti, poi ‘il pallino’ passerà alla Regione", spiegano i civici. Secondo cui è "importante la celerità dei passaggi, ma è ancora più importante tener conto delle esigenze attuali per poter realizzare un’opera che serva veramente al territorio". Per i consiglieri, infatti, "un invaso che non raggiunga i 150 milioni di metri cubi d’acqua, ai quali andrebbero sommati ulteriori 30 di laminazione potrebbe rivelarsi uno speco di risorse".