Detenuto morto in carcere: "Aveva già programmato le videocall coi familiari"

Cominciata l’autopsia sul 54enne marocchino trovato senza vita alla Pulce. I parenti non credono al suicidio in cella, la procura indaga per istigazione. .

Detenuto morto in carcere: "Aveva già programmato le videocall coi familiari"

Cominciata l’autopsia sul 54enne marocchino trovato senza vita alla Pulce. I parenti non credono al suicidio in cella, la procura indaga per istigazione. .

di Nicola Bonafini

Ieri negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio è stato conferito al dottor Michele Carpinteri del Policlinico di Modena, l’incarico di svolgere l’autopsia sul corpo di Saddiki Abdeljalil, il 54enne di nazionalità marocchina presumibilmente morto suicida nella serata di giovedì scorso nella sua cella dove era detenuto al carcere della Pulce di via Settembrini, impiccandosi alle grate della finestra, secondo la ricostruzione al momento più accreditata, con dei brandelli di una maglietta. Le operazioni legate all’accertamento tecnico irripetibile, come è definito in ambito forense l’esame autoptico in questione, sono iniziate immediatamente dopo il conferimento dell’incarico con gli esiti che sono attesi nel termine di 90 giorni, e che risulteranno parte integrante del fascicolo d’indagine aperto dalla procura (l’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani) contro ignoti per l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio.

L’avvocato Marcello Fornaciari che tutela gli interessi dei famigliari del 54enne, dopo averlo difeso nei procedimenti che l’hanno visto coinvolto, non ha nominato alcun consulente tecnico di parte che assista all’autopsia.

A tal proposito va ricordato come i famigliari di Saddiki non credano fino in fondo all’ipotesi del gesto volontario. Troppo possente fisicamente per poter pensare di togliersi la vita impiccandosi alle grate della finestra della cella dove era detenuto; ma soprattutto il fatto che Saddiki stava contando i giorni prima di uscire (era prossimo a poter aver diritto ai domiciliari, misura che scatta sotto i due anni di reclusione ancora da scontare. Per cui ci si stava adoperando per trovare un domicilio adatto per i domiciliari) e stava condividendo con la moglie Suuad i suoi programmi di vita per il futuro una volta tornato in libertà.

Proprio come avvenuto esattamente un giorno prima della sua morte in una videocall con la consorte.

La videocall ’misteriosa‘. E questo è un piccolo elemento di novità che va ad arricchire il quadro della situazione che Saddiki programmava praticamente una settimana per l’altra. Ieri, mercoledì, infatti, Abdeljalil e Suuad si sarebbero dovuti vedere in un’altra videoconferenza, già pianificata e approvata dai vertici carcerari. Ulteriore riprova, questa, secondo i famigliari, che Saddiki pensava a molte cose ma non a togliersi la vita.