"La rimozione del sovrappasso sarà comunque seguita dall’installazione di un semaforo e dalla riqualificazione della piazza, per ridare valore a quello spazio pubblico".
Il vicesindaco con delega ai Lavori pubblici, Lanfranco de Franco, spiega gli step dei prossimi mesi. "Rispetto al semaforo, i tecnici devono valutare quale sia la tipologia più funzionale e la collocazione migliore per evitare che ci sia commistione tra i pedoni ed i veicoli in movimento nei parcheggi della zona. È chiaro che permane un tema importante di sicurezza stradale, che tuttavia sarà superato definitivamente solo quando sarà realizzata la Via Emilia Bis", sottolinea il vicesindaco.
Quali saranno le caratteristiche della nuova piazza? "Dovranno essere delineate dialogando con chi vive a Villa Cella. Non c’è ancora nessun progetto. Eliminando il ponte riacquisteremo l’area verso sud, che andrà ripensata per diventare uno spazio di riferimento per la cittadinanza. Ribadisco la volontà dell’amministrazione comunale di studiare l’allestimento e le funzioni insieme agli abitanti della frazione e alla Consulta. A breve, comunque, l’Agenzia per la mobilità installerà delle nuove pensiline per chi aspetta l’autobus".
De Franco si dice amareggiato per la rimozione del ponte: "Per rispetto verso i professionisti che l’hanno progettato, bisogna rimarcare che l’opera era stata stimolata dalle richieste della popolazione ma per circostanze che prescindono la sua funzionalità, non ha raggiunto lo scopo per cui era stata pensata. Per tanti motivi, nei fatti, non ha corrisposto alle esigenze dei cittadini; è avvenuto in altri casi, ad esempio con il muro che bloccava il traffico su viale Ramazzini. Un amministratore deve prendere atto, e cercare soluzioni diverse, tanto più che da tempo l’infrastruttura era diventata motivo di degrado". Nonostante il degrado complessivo, lo scheletro metallico del sovrappasso è ancora in ottime condizioni: afferma de Franco, che "abbiamo valutato smontare il ponte sarebbe costato tre volte rispetto alla demolizione, senza contare la necessità di spendere altrettanto per rimontarlo altrove… Inoltre avrebbe comportato la chiusura della Via Emilia per due settimane. Un’opzione dunque non praticabile".
Francesca Chilloni