Regio Emilia, 5 settembre 2023 – È stata fissata per venerdì l’udienza del Tribunale del Riesame di Bologna, per discutere del ricorso presentato dall’avvocato difensore di Andrea Davoli. L’educatore di Comunione e Liberazione di 52 anni è accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una 14enne che gli era stata affidata dai genitori durante alcuni ritiri spirituali. Stando alle ricostruzioni dell’accusa, però, l’uomo – che era anche un docente di religione in diversi istituti superiori della città – si sarebbe approfittato della sua condizione di superiorità per avere rapporti sessuali con lei.
La prima volta sarebbe avvenuto lo scorso aprile a Viserbella (Rimini), durante un seminario di preparazione alla Pasqua. Poi però gli approcci sessuali sarebbero proseguiti anche a Reggio, fino a fine maggio, quando la famiglia della ragazzina ha scoperto tramite alcune chat sul telefono della scabrosa relazione.
La madre ha poi sporto denuncia ai carabinieri e la procura di Rimini ha iniziato le indagini. In una intercettazione telefonica, contattato dal padre della 14enne che gli contestava di averla stuprata, l’educatore avrebbe risposto: "Sono malato, devo farmi curare".
Le manette per Davoli – membro dei ’Memores Domini’ di Cl – sono scattate lo scorso 19 agosto a Caorle, dove si era rifugiato in una casa di famiglia, dopo essere venuto a conoscenza dell’indagine a suo carico. Era poi stato portato nel carcere di Pordenone: lì è avvenuto l’interrogatorio di garanzia. Davoli, davanti al gip, si sarebbe difeso dicendo che quella con la minorenne fosse una vera e propria relazione sentimentale, di aver "ceduto dopo 15 anni di castità" e che sia "sempre stata lei la prima a prendere l’iniziativa".
L’indagine, nel frattempo, è passata alla procura di Reggio Emilia, per competenza territoriale. E, dopo qualche giorno, il gip reggiano Silvia Guareschi ha confermato per Davoli l’esigenza della permanenza in carcere. Il 52enne, infatti, secondo il giudice non sarebbe "consapevole della gravità di quanto commesso né capace di tenere l’autodisciplina necessaria per il suo ruolo" e per escludere "altri fatti e che altre ragazze possano essere contattate per coprire altre vicende".
Di parere opposto il suo avvocato difensore, Liborio Cataliotti, che ha presentato al Riesame una memoria per argomentare come non sussista il pericolo di reiterazione del reato per Davoli e per chiedere per lui gli arresti domiciliari: "Il mio assistito si era spontaneamente allontanato da Reggio Emilia e non ha più avuto contatti con la ragazza, né di persona né telematici", ha sempre sostenuto il legale.